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Su gare e cantieri controlli «modello-Expo»

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Politica economica

Su gare e cantieri controlli «modello-Expo»

Il modello Milano 2015 replica a Bagnoli. Il presidente dell’Autorità Anticorruzione Raffaele Cantone che - come ha sottolineato il premier Matteo Renzi - «ha salvato l’Expo» dovrà riprodurre il “miracolo” nella sua Napoli, aprendo uno scudo di legalità sugli appalti per la bonifica del sito ex Italsider, senza intralciare la rapidità di esecuzione del piano da 272 milioni su cui ha scommesso il presidente del Consiglio, dopo il flop della vecchia società (la Stu Bagnolifutura) incaricata del risanamento, dichiarata fallita esattamente due anni fa.

Servirà a questo doppio scopo (legalità e cantieri) la «vigilanza collaborativa» dell’Anac sulle gare d’appalto per il piano di Bagnoli al centro del protocollo di intesa firmato ieri mattina a Palazzo Chigi

Inizialmente regolamentata da Cantone per mettere a frutto l’esperienza dei controlli preventivi sulle gare dell’Expo, la «vigilanza collaborativa» ha ora una solida base normativa nel nuovo codice dei contratti pubblici in vigore dal 19 aprile, dove è stata inserita all’articolo (213) che enumera i numerosi poteri e compiti delegati all’Anticorruzione. Per dissipare ogni rischio di infiltrazione o corruzione nella bonifica di Bagnoli sarà attiva la stessa unità operativa speciale messa in campo dall’Anac a Milano con l’aiuto della Guardia di Finanza, sotto la guida del colonnello Cosimo Di Gesù. Dopo il successo dell’Expo la vigilanza dell’Anac è stata richiesta da decine di enti pubblici tra cui Consip, l’Agenzia delle Entrate le Regioni Toscana e Lazio e il Comune di Roma.

L’operazione Bagnoli ricalcherà in tutto e per tutto il meccanismo usato a Milano e anche a Roma, in occasione del Giubileo, dove servì a scongiurare l’assegnazione di un appalto a un’impresa nel frattempo finita sotto indagine. L’accordo - in tutto otto articoli - prevede la verifica preventiva di tutti gli atti relativi agli affidamenti e all'esecuzione degli appalti per la bonifica di Bagnoli. Dovranno essere trasmessi a Cantone la determina a contrarre e tutti i documenti di gara (bando, disciplinare, capitolati, schemi di contratto, nomina dei commissari di gara, provvedimenti di aggiudicazione). La vigilanza riguarderà anche le eventuali varianti di importo superiore al 10% del valore degli appalti e le eventuali transazioni in merito al contenzioso con le imprese esecutrici. Le verifiche riguarderanno anche «il rispetto delle disposizioni in materia di trasparenza» e «il corretto adempimento», del protocollo di legalità sottoscritto da Invitalia.

I controlli dovranno essere eseguiti rapidamente. La sfida è proprio quella di garantire un ombrello anticorruzione senza rallentare l’esecuzione del piano. Un obiettivo riuscito ai tempi dell’Expo, che ora viene riportato nero su bianco nel protocollo che sancisce l’intesa, specificando che la vigilanza «si svolgerà secondo modalità e termini temporali coerenti con il fine di assicurare la tempestiva predisposizione delle opere e delle attività necessarie per la realizzazione del programma di risanamento ambientale e del documento di indirizzo strategico per la rigenerazione urbana».

Per questo, le valutazioni dell’Anac sui documenti trasmessi da Invitalia dovranno arrivare entro sette giorni per gli atti di gara e al massimo in 15 giorni per varianti e transazioni, altrimenti scatterà il silenzio-assenso.

In caso di rilievi Invitalia avrà due possibilità: adeguarsi oppure motivare la propria scelta informando il commissario straordinario Nastasi. Il protocollo indica anche gli atti che non sono sottoposti a verifica preventiva di legittimità. Tra questi figurano i contratti di piccolo taglio (sotto i 40 mila euro) che possono essere assegnati in via fiduciaria senza passare per una gara seppure in forma semplificata e le varianti che non superano il 10% dell’importo del contratto. Nulla quaestio anche sulle riserve iscritte in contabilità dal direttore dei lavori, su eventuali sospensioni contrattuali e su inadempimenti e ritardi «ascrivibili a responsabilità dell'appaltatore». In tutti questi casi, comunque, Invitalia dovrà trasmettere all’Anticorruzione un report mensile. E a Cantone resterà la possibilità di effettuare controlli a campione,

«La sfida è molto più significativa di quella dell’Expo, perché la situazione di Bagnoli è più complicata e le bonifiche sono un tema sensibile sotto più profili. - ha commentato il presidente dell’Anac - Ma noi ci crediamo».

In rampa di lancio ci sono già le prime gare (vedi articolo sopra) per avviare il risanamento ambientale dell’area (300 ettari) che attende di essere bonificata da oltre venti anni. Dopo i fallimenti, lo «scudo» di Cantone serve a garantire affidabilità: il modello Expo insegna.

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