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Terzo settore, Poletti: «Con il via libera alla riforma altro passo avanti del social act»

«Il social act fa un altro importante passo in avanti: con la riforma del Terzo Settore, che realizza un impegno assunto dal governo, si costruisce un tassello essenziale delle nuove politiche sociali del nostro Paese». Lo ha detto il ministro delle Politiche sociali, Giuliano Poletti, all’indomani dell’approvazione definitiva, alla Camera, della legge delega in materia. «Con la riforma - ha sottolineato - si definiscono misure per favorire la partecipazione attiva e responsabile delle persone, con importanti elementi di novità per tutto il mondo dell'associazionismo, compresa l'impresa sociale; senza dimenticare l'introduzione del Servizio civile universale, cioè aperto a tutti e su base volontaria, per offrire ai giovani tra i 18 ed i 28 anni l'opportunità di realizzare esperienze di solidarietà, inclusione sociale, cittadinanza attiva il cui valore formativo possa essere riconosciuto in ambito universitario e nel lavoro».

«Con questo intervento -ha aggiunto il Ministro- si dà un importante sostegno alla costruzione di un buon futuro dell'Italia fondato su una società inclusiva, capace di coinvolgere a pieno le energie e le potenzialità di cui il nostro Paese dispone in uno spirito di solidarietà e sussidiarietà, di far agire insieme le istituzioni e le organizzazioni sociali per aiutare le persone più svantaggiate ad uscire dalla loro condizione di emarginazione e di difficoltà».
“È questa l'essenza - ha concluso Poletti- di quello che definisco il ”social act”, ovvero un complesso di azioni che il governo sta promuovendo che parte dalla riforma del Terzo Settore e passa per il Piano nazionale e la legge delega per la lotta contro la povertà e per l'inclusione sociale, per la legge “Dopo di noi” ( che ha avuto il via libera del Senato e torna ora alla Camera, ndr) e per tutte quelle politiche attive finalizzate a promuovere opportunità per le fasce più deboli della popolazione».

“Questo intervento dà un importante sostegno alla costruzione di un buon futuro dell'Italia fondato su una società inclusiva, capace di coinvolgere a pieno le energie e le potenzialità di cui dispone”

 

La legge delega che è stata approvata ieri sera dall’Aula di Montecitorio con 239 voti favorevoli e 78 voti contrari prevede la riforma del Terzo settore, dell'impresa sociale e disciplina il servizio civile. Il provvedimento era stato già approvato in prima lettura dalla Camera, poi modificato nel passaggio al Senato e ieri ha incassato il via libera definitivo. «Riforma del Terzo Settore approvata. Un'altra promessa mantenuta #lavoltabuona» ha scritto la ministra per le Riforme Maria Elena Boschi su Twitter.
Si veda commento su Radio24.

La riforma
Si tratta di un testo ampio che disegna una riforma complessiva di tutto ciò che è riconducibile al Terzo settore: associazionismo, volontariato, impresa sociale, cooperative sociali. Un comparto che conta al 2011 (dati Istat) 300mila organizzazioni non profit che impiegano 681mila addetti e 271mila lavoratori esterni. Si calcola che produca complessivamente 64 miliardi di fatturato pari 4,3% del Pil. La riforma mette sostanzialmente ordine nella normativa finora vigente, semplificando e puntando su trasparenza e un sistema di controllo rafforzato. Inoltre integra la disciplina del servizio civile universale. Trattandosi di una legge delega, definisce i principi fondamentali attorno ai quali dovranno articolarsi i decreti delegati che porteranno alla creazione di una sorta di testo unico del Terzo settore. Ecco le principali novità.

La definizione di Terzo settore
Per Terzo settore si intende il complesso degli enti privati costituiti per il perseguimento di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale che, in attuazione del principio di sussidiarietà promuovono e realizzano attività di interesse generale mediante forme di azione volontarie e gratuite o di mutualità o di produzione e scambio di beni e servizi. Non fanno parte del Terzo settore le formazioni, le associazioni politiche, i sindacati, le associazioni professionali di categoria economica.

I centri di servizio per il volontariato
I centri di servizio per il volontariato possono essere promossi e gestiti da tutte le realtà del Terzo settore, con esclusione degli enti gestiti in forma societaria, ma deve comunque essere garantita la maggioranza alle associazioni di volontariato e garantito il libero ingresso nella compagine sociale di nuove associazioni (il principio della “porta aperta”) a garanzia di un necessario continuo ricambio. I centri di servizio forniranno supporto tecnico, formativo e informativo, promuoveranno e rafforzeranno la presenza e il ruolo dei volontari nei diversi enti del Terzo settore.

Il consiglio nazionale del terzo settore
Il consiglio nazionale del terzo settore è un organismo di consultazione a livello nazionale degli enti del Terzo settore, la cui composizione dovrà, fra l'altro, valorizzare le reti associative di secondo livello e al quale non sono però indirizzate risorse umane e finanziarie.

Il fondo per il terzo settore
Viene istituito un fondo destinato alle attività di interesse generale promosse da organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale e fondazioni, presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, con una dotazione 17,3 milioni di euro nel 2016 e di 20 milioni di euro a decorrere dal 2017.

La fondazione Italia Sociale
È istituita Italia Sociale, una fondazione di diritto privato con finalità pubbliche, che avrà il compito di sostenere, attrarre e organizzare iniziative filantropiche e strumenti innovativi di finanza sociale. Per il 2016 alla Fondazione è assegnata una dotazione iniziale di un milione di euro. Per quanto riguarda l'impiego di risorse provenienti da soggetti privati, la Fondazione dovrà rispettare il principio di prevalenza, svolgendo una funzione sussidiaria e non sostitutiva dell'intervento pubblico.

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