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«Risposta globale alla crisi migranti»

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«Risposta globale alla crisi migranti»

  • –Alessandro Merli

ISE

Per il cancelliere tedesco Angela Merkel è la sfida più difficile per l’Europa, ancor più della crisi dell’Eurozona. Per il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, un problema che i grandi devono risolvere assieme, tanto da averlo portato al tavolo del G-7. E il fatto che il vertice di Ise-Shima abbia dedicato molta attenzione alla questione dei migranti e dei rifugiati e che abbia dichiarato alla fine dei lavori che si tratta di un «problema globale che richiede una risposta globale» ha dato loro ragione.

Dal G-7 non si aspettava un piano dettagliato, né cifre concrete, ha ammesso in apertura dei lavori il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, ma la volontà di affiancare l’Europa, che finora si è trovata in prima linea, anche per ovvie ragioni geografiche. Il primo punto riguarda ovviamente il reperimento delle risorse: il G-7 parla della necessità di aumentare l’assistenza globale per andare incontro alle necessità più immediate e a quelle di più lungo termine dei rifugiati e dei Paesi che li accolgono. Il G-7 sollecita le istituzioni finanziarie multilaterali e i donatori bilaterali, quindi i Governi stessi dei Paesi avanzati, e chiede in particolare alla Banca mondiale di sviluppare una gamma di strumenti per aiutare i Paesi che accolgono i rifugiati. Il direttore del Fondo monetario, Christine Lagarde, ha ricordato di recente i programmi messi in atto a favore della Giordania, uno dei Paesi che hanno ricevuto il flusso più massiccio di migranti.

C’è bisogno però anche e soprattutto di una strategia. Renzi rivendica di aver portato prima in sede europea e poi nel G-7 una prima proposta di soluzione con il suo “Migration compact”, che prevede interventi nei Paesi d’origine dei rifugiati in quanto, come sottolinea il comunicato del vertice, vanno affrontate alla radice le cause dell’emigrazione. Ieri il capo del Governo italiano ha detto di aspettarsi dal Consiglio europeo del mese prossimo una prima iniziativa che coinvolga i Paesi africani. In prima fila c’è il Niger. Il G-7 ricorda anche che la Banca europea per gli investimenti sta esplorando le opzioni per sostenere la crescita, costruire infrastrutture e promuovere la coesione sociale nei Paesi del Nord Africa. È da qui che parte oggi la maggioranza dei rifugiati diretti in Europa e che sbarcano in Italia, con un’intensificazione negli ultimi giorni, dopo che gli arrivi dal Medio Oriente sono stati arginati dalla chiusura della rotta dei Balcani e l’accordo, per la verità dal destino incerto, con la Turchia per il ricollocamento.

Renzi ha ricordato ieri anche che la scelta della Sicilia come sede del G-7, che nel 2017 sarà a presidenza italiana, è legata in parte al ruolo dell’Italia nell’affrontare la crisi dei rifugiati. Le organizzazioni non governative attive su questo tema riconoscono al Governo Renzi di aver portato il tema all’interesse europeo e globale e aver rilanciato la cooperazione con l’Africa. Ma, sostiene per esempio Action Aid, il “Migration compact” può essere incisivo se non porrà condizioni ai Paesi più poveri. La presidenza italiana del G-7, sostiene la ong, offre un enorme opportunità per cominciare a tradurre le promesse in realtà in termini di aiuti pubblici allo sviluppo, per i quali resta all’ultimo posto fra i Paesi del G-7.

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