Italia

Accoglienza: il Viminale coinvolgerà 4mila Comuni

  • Abbonati
  • Accedi
Attualità

Accoglienza: il Viminale coinvolgerà 4mila Comuni

Tra oggi e domani in Italia arriveranno 7.190 migranti. La settimana si conclude con almeno 10mila sbarchi. Tutto il sistema di soccorso, accoglienza e controllo è mobilitato, le procedure diventano frenetiche. Secondo i dati della Guardia costiera, dall’inizio dell’anno ci sono stati 539 interventi di soccorso: della stessa Guardia costiera, Marina Militare, Guardia di Finanza, di unità italiane e straniere dell’operazione Eunavformed, Frontex e Triton. Coinvolte nel salvataggio anche 112 unità commerciali, finora gli interventi hanno riguardato 243 gommoni e 23 barconi.

Ieri è partita una circolare dal ministero dell’Interno, guidato da Angelino Alfano, per 80 prefetture: devono trovare subito 70 posti per ogni provincia di appartenenza. Potranno fare un bando veloce, rivolgersi alle parrocchie o altre strutture, il criterio è soprattutto uno: fare presto, prestissimo. Il dramma, in realtà, non è oggi ma rischia di scatenarsi nelle prossime settimane. Il ritmo e il volume degli sbarchi ormai è altissimo. Se continuasse così, facendo stime approssimate, il bilancio annuale 2016 degli sbarchi ammonterebbe a 200mila migranti. Cifra tutta poi da verificare.

Nell’immediato, però, la priorità è un’altra: rendere sostenibile l’arrivo dei migranti nei territori, valutazione ormai quotidiana del dipartimento Libertà civili guidato da Mario Morcone. Ci sono regioni più virtuose, Sicilia e Calabria, esentate dall’esigenza all’ultimo minuto dei 70 posti per provincia. Con cifre che oscillano tra gli 800 e i 1.500 posti Campania, Lazio e Lombardia devono invece ancora completare il loro contributo all’ospitalità dei rifugiati. Siamo, comunque, agli sgoccioli, rispetto a un sistema generale in accoglienza di 115.985 persone (cifre aggiornate a ieri). Con un problema non da poco: la presenza nei centri di stranieri ormai privi di titoli, ci sono ancora persino quelli delle primavere arabe del 2011. Mandarli per strata, però, sarebbe un problema peggiore, certo non è la soluzione.

C’è tuttavia un criterio di gestione dell’accoglienza, ormai già rodato e applicato, sulla rampa di decollo per un’estensione generalizzata: distribuire i migranti in modo capillare. Con numeri minini e piccoli, se possibile. Rende più facile il reperimento di ospitalità e riduce potenziali tensioni nell’impatto con i centri urbani. Chiedere 70 posti a 80 province rientra nel metodo del Viminale: l’emergenza non rinviabile con gli sbarchi in corso così ingenti impone una procedura rapida decisa dai prefetti.

Ma il piano strategico del Viminale è più ampio e, soprattutto, strutturato con le istituzioni locali, comuni in testa. Sarà presentato dopo le elezioni amministrative per scongiurare qualunque innesco di polemiche strumentalizzate a scopi elettorali. L’obiettivo è di passare da un impegno attuale per l’accoglienza di circa 800 centri urbani a una cifra stimata di 3-4mila comuni. Si escludono, insomma, i paesi piccoli e piccolissimi disseminati per l’Italia - ma possono sempre unirsi in corsorzi - e si coinvolge una platea ampia di città. Il sistema di accoglienza si fa più diffuso, il livello di responsabilità è allargato. Non mancheranno le proteste e qualche rigurgito xenofobo: è stato già messo nel conto. Ci sarà, com’è scontata, una concertazione tra governo e la conferenza degli Enti territoriali. Resta poi il capitolo della gestione dei cosiddetti migranti economici, stranieri senza titoli per chiedere asilo politico o con il rigetto dell’istanza da parte delle commissioni territoriali. Il sistema di espulsioni e rimpatri è in capo al dipartimento di Pubblica sicurezza guidato dal prefetto Franco Gabrielli. Giovedì c’è stato un volo di rimpatrio di circa cinquanta egiziani: fatto significativo tenuto conto del flusso ormai confermato anche dalporto di Alessandria d’Egitto oltre quelli dalla Libia. Ma la novità stavolta è che il volo di ritorno alla nazione d’origine, organizzato dalla Polizia delle frontiere, è stato fatto subito dopo l’identificazione nell’hotspot di Taranto. Un segno che potrebbe scoraggiare o almeno disincentivare altri viaggi senza speranza di approdi alla protezione internazionale.

© Riproduzione riservata