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Pensioni, i compromessi per la flessibilità in uscita

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L'Analisi|L’analisi

Pensioni, i compromessi per la flessibilità in uscita

Un tassello dopo l'altro. Con una strategia di comunicazione molto accorta il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini, ha alzato un altro piccolo velo sull'Ape, l'anticipo pensionistico allo studio e che il Governo varerà con la prossima legge di Bilancio. Il prestito a chi vuole uscire in anticipo dal lavoro non comporterà alcuna garanzia reale. E una detrazione fiscale coprirà un pezzo del sacrificio - ha spiegato il sottosegretario in un'intervista alla Stampa. Aggiungendo che se chi vuol ritirarsi prima ha un reddito medio-alto, il taglio dell'assegno sarà notevole. Invece sarà piccolo per i redditi bassi o per i disoccupati.

La strada giusta per l’invocata flessibilità
Poiché da qui al varo della legge di Bilancio (ex legge di Stabilità) la strada è ancora piuttosto lunga è chiaro che lo “sfoglio della margherita” continuerà. A questo percorso si aggiungerà il lavoro del tavolo di confronto sulla previdenza che varrà aperto con le parti sociali e sul quale si potrebbero discutere misure “di contorno” all'Ape non meno importanti. E anche da quel tavolo c'è da aspettarsi un flusso di anticipazioni sulle ipotesi al vaglio. Quel che si può già dire dell’intervento previdenziale che arriverà (il settimo dopo le sei “riforme” che hanno seguito la legge Dini del 1995) non avrà forti impatti sui saldi di finanza pubblica e, conseguentemente, non interesserà grandissime platee di lavoratori. È probabile che le misure avranno un profilo sperimentale (si è parlato finora dei nati tra il '51 e il '53) per verificarne l'impatto e i costi effettivi. Se questa è la strada c’è da aspettarsi una buona soluzione all’invocata flessibilità di cui si parla da un minuto dopo il varo della riforma Fornero, anni in cui si sono invece rincorsi soli interventi di aggiustamento non strutturale che (a carissimo prezzo) sono serviti solo per lanciare salvaguardie a ben sette platee di “esodati”. Almeno da quella stagione dovremmo essere usciti, e già questa di per sé è una buona notizia.

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