«Al compagno Giorgio Airaudo dico: se lui e Landini avessero avuto ragione oggi la Fiat Chrysler non sarebbe più a Torino. Hanno avuto ragione Fassino e Chiamparino, non voi. Abbiamo avuto ragione noi, perciò la Fiat è un gruppo mondiale. Abbiamo rifiutato la cultura del no di una parte della sinistra e non solo: sanno dire solo cosa non va e non vogliono sporcarsi le mani perché vada meglio. C'è una sinistra che gode nel perdere e nel lamentarsi e una sinistra che prova a vincere». Lo ha detto Matteo Renzi a Torino dove si è svolto un incontro elettorale a sostegno della candidatura a sindaco di Piero Fassino.
Renzi: Torino è capitale del cambiamento
«Perché l'Italia funzioni, c'è bisogno di una Torino che faccia la capitale e Torino lo è del cambiamento. La città è una sorpresa per molti di noi, aiutateci a farla rimanere la più grande sorpresa tra le città italiane ed europee» ha spiegato Renzi, a Torino, al Teatro Alfieri per tirare la volata al sindaco Piero Fassino, in corsa per un secondo mandato.
«Gli altri gufano l'Italia, con noi fuori da palude»
Il premier-segretario ha proseguito così la sua personale battaglia contro i “gufi”: «Fuori da noi c'è l'elenco delle sfighe - ha detto - qualcuno pensa che l'Italia sia la Wikipedia delle cose che non vanno. Ci sono quelli che godono quando c'è qualche notizia non positiva, quando c'è un dato negativo del Pil. Ed è molto facile giocare sulle paure di questi tempi. Le difficoltà non le neghiamo ma noi, con tutti i nostri limiti, cerchiamo di risolverle. Gli altri cercano di gufare perché l'Italia non ce la faccia, sperano nel fallimento dell'Italia. Noi la stiamo portando fuori dalla palude».
Renzi domani a Milano con Sala, Pisapia e Don Rigoldi
Il presidente del Consiglio si è poi recato in serata a Varese per un'iniziativa in sostegno del candidato sindaco di centrosinistra Davide Galimberti. Renzi parteciperà domani, martedì 31 maggio, ad una iniziativa alle 11.45 a Milano, con il candidato sindaco Giuseppe Sala, il sindaco Giuliano Pisapia e don Gino Rigoldi .
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