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Como, tangenti per le paratie del lungolago: 4 arresti

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l’inchiesta

Como, tangenti per le paratie del lungolago: 4 arresti

Foto Ansa
Foto Ansa

I militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Gdf di Como hanno eseguito quattro provvedimenti cautelari emessi dal gip di Como nell'ambito delle indagini relative agli appalti per la costruzione delle paratie di contenimento del lungolago di Como, le cosiddette “mini mose”. Sono stati raggiunti dal provvedimento Pietro Gilardoni, dirigente del settore “Reti tecnologiche, strade, acque e arredo urbano” del Comune di Como (è in carcere), Roberto Ferrario referente di Imothep Srl (società estranea al reato) proprietaria di un immobile a Como e titolare della denuncia di inizio attività (dia) presentata il 16 dicembre 2011 al Comune per interventi di razionalizzazione del patrimonio edilizio e riqualificazione di area urbana degradata (in carcere), Antonio Ferro dirigente del settore “Grandi opere” del Comune di Como (arresti domiciliari) e Giovanni Foti, titolare e consigliere delegato della impresa edile Foti srl con sede a Bulgarograsso (arresti domiciliari).

Le accuse nei loro confronti sono di turbata libertà nella scelta del contraente a carico di Gilardoni e Ferro, accusati infine di falso ideologico in atto pubblico. Gilardoni, con Ferrario, è anche accusato di corruzione propria, mentre con Virgilio Anselmo è accusato di turbativa d'asta. Infine, sempre Gilardoni, è accusato ancora di turbativa d'asta e rivelazione di segreti d'ufficio. Le prime tre accuse riguardano l'appalto pubblico per la realizzazione delle opere di difesa dalle esondazioni del lago tra Piazza Cavour e il lungo lago (le cosiddette paratie) di cui è aggiudicataria la spa Cementi armati Ing. Mantelli-Saicam spa con sede a Venezia (in seguito commissariata e diventata Saicam srl).

In particolare, secondo l'accusa, i dirigenti Pietro Gilardoni, dirigente del Comune di Como e direttore dei lavori e Antonio Ferro, altro dirigente comunale del settore “Grandi opere” sono accusati di aver turbato il procedimento amministrativo diretto a stabilire il contenuto del bando per il conferimento dell'incarico di progettazione della terza perizia di variante dell'appalto, dichiarata inammissibile con la determinazione dell'Anac n. 1 del 7 agosto 2016 attraverso l'artificioso frazionamento del servizio di progettazione, in diversi incarichi di affidamento per un complessivo importo notevolmente superiore ai 100mila euro previsti dalla legge.

Ma i due sono anche accusati di aver condizionato con mezzi fraudolenti le modalità di scelta del contraente da parte della pubblica amministrazione in relazione al contenuto del bando di gara e della variante in corso d'opera, (delibera della giunta comunale n. 328/2015 del 5 ottobre 2015). I mezzi fraudolenti, sempre secondo l'accusa, sarebbero consistiti dapprima nel colludere con l'aggiudicataria Saicam Spa il contenuto della variante trasmessa ad Anac (l'Autorità anticorruzione) e, successivamente alla valutazione di inammissibilità della variante contenuta nella comunicazione di risultanza istruttorie del 27 luglio 2015, nell'attestare falsamente ad Anac il mancato superamento della soglia del 20 % (errore di progetto), omettendo di indicare le gravissime carenze delle precedenti varianti approvate nel 2010 e nel 2011 riferite alla mancata previsione delle opere di adeguamento sismico e l'esistenza di un grave errore di progettazione riferito al progetto esecutivo modificato da Saicam in corso d'opera al fine di non procedere alla risoluzione del contratto e conseguente indizione di nuova gara.

Al dirigente Pietro Gilardoni è contestata anche la turbativa d'asta per aver colluso l'esito della gara pubblica per l'affidamento del “Servizio di progettazione definitiva-esecutiva specialistica di natura idraulica e fognaria nell'ambito della redazione del progetto finalizzato alla “realizzazione della fognatura Sant'Agostino e zona Lungo Lago” con l'ingegner Virgilio Anselmo, titolare dello studio Anselmo Associati, attraverso la predisposizione congiunta del bando di gara, concordando con lo stesso Anselmo la somma da indicare nella offerta al ribasso (avanzata dallo stesso Anselmo secondo l'accusa) in tal modo consentendogli di aggiudicarsi la gara pubblicata sulla piattaforma regionale il 18 dicembre 2015.

Sempre a Pietro Gilardoni sono contestate, in concorso con l'imprenditore Giovanni Foti ulteriori e diverse condotte di turbativa d'asta e rivelazione di segreti d'ufficio in riferimento alle gare pubbliche di affidamento dei lavori: di riqualificazione “Piazza Volta-via Grassi-via Garibaldi” e “Piazza Grimoldi-via Pretorio-Piazza Roma”. Giovanni Foti, titolare e consigliere delegato della Foti Giovanni srl, avrebbe ottenuto per la Procura di Como – guidata da Nicola Piacente – da Cereda Paolo sas con sede a Milano, aggiudicataria dell'appalto per i lavori di riqualificazione di “Piazza Volta- via Grassi - via Garibaldi”, un contratto di sub appalto per 90mila euro.

Al dirigente Pietro Gilardoni e a Roberto Ferrario (referente di Imothep srl) è contestato il reato di corruzione propria per aver concluso accordi corruttivi consistiti nel promettere ed in parte elargire (Ferrario a Gilardoni), denaro e un incarico di collaudatore con la Castello sgr (estranea al fatto) per un corrispettivo di 14mila euro il cui primo acconto di 4mila euro venne pagato con bonifico a Gilardoni il 10 febbraio 2016 al fine di ottenere il suo interessamento per “sbloccare” i lavori per l'allargamento della strada comunale “Salita Peltrera” necessari per l'avvio dei lavori oggetto della denuncia di inizio attività presentata il 16 dicembre 2011 da Imothep srl.

Decisiva per l'indagine – oltre alla collaborazione da parte di Anac e alla documentazione acquisita presso gli uffici della Regione, della Provincia e del Comune di Como – è stata un a capillare attività di intercettazione, che ha consentito l'accertamento anche degli altri episodi di turbata libertà degli incanti, rivelazione di segreti di ufficio e corruzione contestati agli alti funzionari del Comune di Como e agli imprenditori coinvolti.

«Gli esiti di tali indagini hanno rimarcato la sussistenza, ravvisata anche dal Giudice per le indagini preliminari, di un concreto pericolo di reiterazione criminosa – dichiara il capo della Procura di Como Nicola Piacente – e con l'esecuzione dei provvedimenti e con il prosieguo dell'attività di indagine, la Procura della Repubblica intende accertare e perseguire condotte illecite, senza interferire indebitamente con la futura attività della pubblica amministrazione né tanto meno condizionarne l'operato, con riferimento alla auspicabile legittima progettazione, realizzazione e completamento di una efficace difesa a fronte delle esondazioni del Lago di Como e delle altre opere pubbliche oggetto della presente inchiesta».
r.galullo@ilsole24ore.com

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