Italia

L’anarchica musulmana che conquistò Mussolini

  • Abbonati
  • Accedi
libri

L’anarchica musulmana che conquistò Mussolini

  • –di Armando Torno

Una “Storia degli anarchici milanesi” tra il 1892 e il 1925, scritta da Francesco Lisanti e appena pubblicata da La Vita Felice (pp. 306, euro 18,50) evoca tra le altre una vicenda dimenticata e curiosa: Mussolini conobbe a Milano, prima della Grande Guerra, una musulmana anarchica e di lei divenne l'amante. Sembra fiction ma in realtà è tutto documentato in questo libro nato tra le carte poco note degli archivi del capoluogo lombardo. Lei si chiamava Leda Rafanelli e fu, con la sua libreria al Carrobbio, un punto di ritrovo degli anarchici più propensi all'azione. La sua storia si intreccia con le manifestazioni pro e contro la guerra, la stagione degli attentati (le bombe al Diana del 1921), l'ascesa al potere del fascismo, le dimostrazioni anticlericali. Che allora erano forti: nel 1907 un prete pedofilo milanese, tale don Riva, molestò in un asilo di viale Monza, diretto da una suora, alcune bambine, e il fatto sollevò polemiche e rimostranze.
Leda Rafanelli (1880-1971) conobbe Benito Mussolini nel 1913 a una conferenza sulla Comune di Parigi. Il relatore era lui, il futuro duce; in quel momento, è il caso di ricordarlo, militante ancora tra i socialisti rivoluzionari. Ne rimase affascinata. Da quel giorno iniziò tra i due uno scambio epistolare che, stando alle memorie della donna, rimase tale. Invece Benito – sottolinea Lisanti - assicurò a più di un compagno che dalle lettere era riuscito, senza soverchie fatiche, a passare ai fatti.

“Il rapporto tra l’anarchica Leda Rafanelli e Mussolini si tronca improvvisamente allo scoppio della guerra ”

 

Il loro rapporto si tronca improvvisamente allo scoppio della guerra. Lei, Leda, autrice di un libro dal titolo “Una donna e Mussolini” (uscirà da Rizzoli nel 1975), scriverà che “in una notte di dolorosa passione, turbata e straziata per tutto ciò che succedeva a noi intorno, scrissi un opuscolo che intitolai, a scanso di equivoci Abbasso la guerra”. Anarchica, giunta a Milano nel 1909, poi esponente dei “futuristi di sinistra”, era stata chiamata da Ettore Molinari per collaborare a “La protesta umana”, si professava “individualista e antiorganizzatrice”. Prestò la penna a non pochi opuscoli contro il militarismo, l'autorità e la Chiesa, occupandosi anche delle condizioni della donna. Si era avvicinata all'Islam durante la sua permanenza in Egitto, considerava la sua fede nel sufismo qualcosa di strettamente personale.
Nel libro “Storia degli anarchici milanesi” ci sono inoltre infiniti complotti, proteste e catture; c'è la repressione a colpi di cannone dei moti del maggio 1898, attuata sotto la regia del macellaio Bava Beccaris, né manca l'attentato di Monza del 1900. Gaetano Bresci fulminò Umberto I e quando gli fu chiesto se era lui l'assassino del monarca, rispose semplicemente: “Ho commesso il fatto”. Già, “con palle tre”.

© Riproduzione riservata