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La «prima» dei sindaci, in 400 alla parata

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La «prima» dei sindaci, in 400 alla parata

In via dei Fori Imperiali è stato il giorno dei sindaci. La vera novità di quest’anno, nel 70° anniversario della Repubblica, ad aprire la sfilata dopo il passaggio delle Frecce tricolori. Hanno marciato in 400 con le fasce da primi cittadini. «Tutti, di ogni partito e arrivati da ogni regione» come ha detto il presidente del consiglio nazionale dell’Anci, Enzo Bianco. Sindaci a parte, il copione della parata è stato sostanzialmente quello delle passate edizioni, preceduto dall’omaggio del capo dello Stato alla tomba del Milite ignoto, al Vittoriano.

Tremilaseicento militari e civili che hanno sfilato davanti alla tribuna d’onore dove sedevano le più alte cariche dello Stato: con il presidente Mattarella, il premier Matteo Renzi, il presidente del Senato Pietro Grasso e la presidente della Camera Laura Boldrini. Oltre a ministri e sottosegretari e al presidente della Corte costituzionale Paolo Grossi. Applausi per i marò Latorre e Girone, rimasti a casa («evitiamo strumentalizzazioni», aveva detto Renzi) quando è stata la volta del passaggio di una compagnia del reggimento San Marco. E applausi anche al passaggio del drappello degli atleti del Gruppo paralimpico della Difesa: davanti a tutti Gianfranco Paglia, il parà medaglia d’oro al valor militare, ferito nella battaglia del pastificio a Mogadiscio e da allora, era il ’93, costretto su una sedia a rotelle. Ad assistere alla parata anche gli alunni e i docenti di una cinquantina di scuole.

Conclusa la cerimonia il capo dello Stato, ha lasciato i Fori imperiali a bordo della Flaminia presidenziale scoperta, insieme al ministero della Difesa Roberto Pinotti, dopo aver ricevuto gli onori da parte di uno squadrone di corazzieri.

E anche ieri non è mancata la polemica del leader della Lega Matteo Salvini. Al presidente Mattarella che oggi ha parlato della «festa di un’Italia migliore», ha replicato secco su Facebook: «Cosa c’è da festeggiare in una Italia invasa e disoccupata? L’Italia sarà migliore quando si libererà di Renzi e dei suoi compari».

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