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    Dossier | N. 123 articoliElezioni comunali 2016

    Napoli

    Napoli, Castel dell’Ovo (Marka)
    Napoli, Castel dell’Ovo (Marka)

    La città attende il rilancio di Bagnoli
    La riqualificazione di Bagnoli è ormai un progetto del governo strappato al Comune, aprendo un fronte di duro scontro. Il premier Matteo Renzi ha scelto il commissario (Salvo Nastasi) e il soggetto attuatore (Invitalia), e la nuova governance ha fatto il progetto che non ha incontrato barricate. Si attende che le promesse si traducano in fatti. Per il sindaco uscente e candidato “arancione” Luigi De Magistris bisogna che i progetti tornino al Comune. De Magistris pensa alla creazione di un grande comprensorio dell’arte, della cultura e dell’ambiente in area Flegrea da Bagnoli a Monte di Procida. Gianni Lettieri, sostenuto dal centrodestra ma senza Fdi, ha come obiettivo quello di creare 48mila nuovi posti di lavoro in 36 mesi attraverso investimenti massicci sul territorio di tutti i fondi europei disponibili. In questo progetto rientra anche Bagnoli. Diversa la visione della renziana Valeria Valente (Pd). In un’ottica di collaborazione con il Governo e il soggetto attuatore Invitalia – l’esatto opposto di quello che si è fatto finora –, per Valente bisogna puntare su: bonifica ambientale, porto e distretto turistico, città digitale, cluster di imprese innovative.«Restituire Bagnoli ai cittadini» è la parola d’ordine di Matteo Brambilla del Movimento 5 Stelle: serve la bonifica dell’ex area industriale, occorre incentivare la partecipazione attiva dei cittadini nelle scelte urbanistiche, con la spiaggia libera per tutti. Per 5 stelle tutto deve partire dalla bonifica. Bagnoli deve essere un’attrattiva per il turismo, dunque servono incentivi per agevolare questo comparto. Serve rivalutare l’antico Borgo Marinaro di Coroglio. Si vuole infine creare un distretto economico per la rivalutazione delle tipicità del territorio.

    La paralisi del porto blocca la ripresa dell’occupazione
    Il porto resta il più critico imbuto della città. La più grande impresa della Regione oggi è paralizzata da un intreccio di questioni non risolte legate alla gestione e opere non realizzate. Il porto, dopo aver perso negli ultimi tre anni centinaia di posti di lavoro, rischia di perderne altri allo scadere degli ammortizzatori sociali. Molto resta in alto mare. Restano irrisolte ad esempio le questioni legate al rinnovo delle concessioni, a pagamenti arretrati di oneri che in passato non erano stati riscossi. Il sindaco uscente e candidato “arancione” Luigi De Magistris ha chiesto al governo una nuova governance, oltre a sostenere con forza l’elettrificazione del porto allo scopo di abbattere l’inquinamento causato dalle navi in arrivo e in partenza. Il rilancio del porto rientra anche nel piano di Gianni Lettieri (candidato del centrodestra, ma senza Fdi) per creare nuovi posti di lavoro tramite l’utilizzo di tutti i fondi europei disponibili. Per Valeria Valente (Pd) il Porto ha tuttora un livello di attività parecchio inferiore alla sua potenzialità. Tutta l’attività portuale, che l’utilizzo dei fondi europei consente di rilanciare, è labour intensive e può dare, grazie al suo sviluppo – secondo una stima prudenziale –, almeno 4500 posti di lavoro. Matteo Brambilla (M5S) punta sull’elettrificazione delle banchine, realizzazione di un sistema fognario, impiego di fonti energetiche sostenibili, eliminazione dei depositi costieri di stoccaggio carburanti e divieto assoluto di installarne nuovi. Ma tutto parte dal rispetto del principio di legalità

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