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In 12 anni persi 1,1 milioni di elettori

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Politica

In 12 anni persi 1,1 milioni di elettori

Il numero è impressionante: nei sette principali comuni coinvolti in questa tornata elettorale dal 2001 al 2013 si sono persi 1,138 milioni di elettori, quanto gli abitanti di Torino e di Trieste messi insieme. Volatilizzati. A snocciolare le cifre dell’astensionismo nelle amministrative degli ultimi dodici anni è stato il Censis. E considerando che si vota soltanto oggi, il dato sulla partecipazione sarà di per sé interessante: i cittadini continueranno ad allontanarsi dalle urne? I voti dei delusi dalla politica saranno intercettati dalle forze più lontane dai partiti tradizionali?

L'AFFLUENZA NEGLI ULTIMI DIECI ANNI

Per capire le dimensioni della frana dei votanti bisogna guardare soprattutto a Roma, dove l’affluenza è passata dal 79,4% delle comunali del 2001 al primo turno, quando si fronteggiavano Walter Veltroni e Antonio Tajani, al 52,8% del 2013, quando Ignazio Marino volò al ballottaggio con Gianni Alemanno. Un tracollo del tasso di partecipazione al voto pari al 26,2 per cento. Lontanissimo il record di affluenza registrato nel 1993 per il primo test dell’elezione diretta dei sindaci: allora lo scontro infuocato tra Francesco Rutelli e Gianfranco Fini portò alle urne il 79,5% dei votanti.

La disaffezione non ha risparmiato le altre città: Milano è scesa dall’82,3% del 2001 (i tempi di Albertini e Antoniazzi) al 67,6% del 2011, quando Pisapia superò Moratti. Un calo del 14,7 per cento. I votanti torinesi sono diminuiti del 16% in dieci anni, quelli napoletani del 7,8 per cento. Persino la rossa Bologna ha visto ridursi l’affluenza dall’81,8% del 2004, quando Cofferati vinse al primo turno, al 71,4% del 2011, quando si affermò Merola: -10,4 per cento.

L’AFFLUENZA DEI PRINCIPALI CAPOLUOGHI
Dato definitivo. In percentuale

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