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Accordo triennale Google-editori sulla condivisione dei ricavi

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Accordo triennale Google-editori sulla condivisione dei ricavi

Ci sono voluti due anni di punzecchiature (da una parte e dall'altra, ma soprattutto lato editori) e oltre un anno di trattative serrate. Alla fine però fra Fieg e Google la quadra è stata trovata. L'annuncio è stato dato proprio oggi, chiudendo così una tenzone che nel tempo ha anche raggiunto livelli di guardia.

L’intesa è triennale. Fra i punti qualificanti: un meccanismo di revenue sharing, basato sulla valorizzazione dei contenuti attraverso l’app mobile Google Play Edicola e attraverso la piattaforma di videostreaming YouTube; un accordo per facilitare l’utilizzo dei dati comprensivo di formazione ad hoc; un’azione congiunta per la protezione dei contenuti online; creazione di un Digital Lab. Dal punto di vista economico l’investimento di base da parte di Google è di 12 milioni di euro in tre anni. Ma a conti fatti, spiega nella nota congiunta di oggi il presidente Fieg Maurizio Costa, i vantaggi sarebbero nell’ordine di «circa 40 milioni di euro al terzo anno».

“L’investimento di base da parte di Google è di 12 milioni di euro ma a conti fatti i vantaggi sarebbero nell’ordine di circa 40 milioni di euro al terzo anno”

Maurizio Costa, presidente Fieg 

Da quel che si evince dalla comunicazione congiunta di Fieg e del colosso di Mountain View, si tratta di un accordo “business oriented”, valido per il mercato italiano. Il che, sostanzialmente, vuol dire che altre questioni che vedono Google rispondere a iniziative legislative e giudiziarie in corso, a tutela del diritto d’autore, faranno il loro percorso, indipendente.

Certo è che questa intesa fra editori e Google arriva a poco più di un mese da quando la Commissione Ue ha inviato al colosso web statunitense uno Statement of objections, cioè il primo passo formale della procedura che può portare fino alle sanzioni se l’azienda non attuerà i rimedi concordati con l’Unione Europea. L’accusa è di «abuso di posizione dominante» per «le restrizioni imposte» ai produttori di smartphone e tablet Android e agli operatori di telefonia mobile, a cui impone di pre-installare alcune sue app come Google Maps, GMail, Chrome e altri servizi di Mountain View.

Rimanendo sui contenuti dell’accordo comunicato oggi e riguardante l’Italia, questo arriva dopo l’intesa in Francia (60 milioni di euro in tre anni per un fondo ad hoc per l’editoria digitale) giudicato però pubblicamente insufficiente dagli editori italiani e la chiusura di Google News in Spagna a seguito dell’entrata in vigore della legge sul copyright online (contestata da Google) che impone a chiunque pubblichi un link o una breve citazione di un articolo di giornale di pagare un “equo compenso” all’editore. In questo periodo la stessa «Big G», insieme a un numero crescente di editori europei, ha dato vita a Dni, un progetto di partnership da 150 milioni su scala triennale. Nel 2015, a 128 progetti sono stati offerti finanziamenti. Più di 27 milioni sono stati offerto da Google per progetti, grandi e piccoli, da 23 paesi europei. Ciascuno di questi progetti è stato pensato per far avanzare l’innovazione nel settore dell’informazione ed per approcci innovativi per il giornalismo.

Per quanto riguarda l’accordo ora siglato in Italia, la particolarità sembra stare in una serie di scommesse congiunte che Fieg e Google hanno deciso di fare. Innanzitutto la condivisione dei ricavi generati grazie a Google Play Edicola (la versione italiana della soluzione globalmente riconosciuta come “Google Play Newsstand” e preinstallata su tutti i dispositivi Android). Il che significa che gli editori dovranno essere portati sempre di più su questa app mobile. Per portare più lettori ai contenuti Google garantisce poi un contributo di co-marketing di 1,5 milioni di euro all’anno. Per quanto riguarda invece YouTube, gli editori e la Fieg si sono messi d’accordo invece sulla definizione di una soluzione gratuita che consentirebbe agli editori di ospitare e distribuire i propri contenuti video sui propri siti e su YouTube. Il video visto sui propri siti viene monetizzato completamente dagli editori. Per gli altri video c’è un meccanismo di revenue sharing. Gli stessi video potranno essere deindicizzati su YuoTube.

Per quanto riguarda i dati, l’accordo prevede per gli editori condizioni agevolate per l’utilizzo di Google Analytics e Optimize (programma oggi in Beta). Su questo punto è prevista la creazione di un tavolo tecnico.

«Si tratta di un accordo quadro – ha dichiarato il Presidente della Fieg Maurizio Costa – che consente ai nostri associati, interessati a sfruttare le condizioni offerte, di ottenere significativi vantaggi, per un valore complessivo, stimato in caso di adesione di una parte rilevante degli editori Fieg, di circa 40 milioni di Euro al terzo anno. Un’intesa – ha detto ancora Costa – che facilita ulteriori prospettive di crescita per le aziende editoriali italiane, rafforzando la tutela e la valorizzazione dei loro prodotti e la loro capacità di sviluppare forme di comunicazione multimediale».

«Oggi è un buon giorno per l’innovazione e la collaborazione», ha commentato Carlo D’Asaro Biondo, Presidente Strategic Relations Emea di Google. «L’innovazione nasce dalla collaborazione e la partnership strategica tra Google e Fieg dimostra che quando si condividono obiettivi e valori, ne deriva innovazione come risultato; innovazione volta ad accelerare la digitalizzazione degli editori Fieg mettendo a loro disposizione le nostre competenze e i nostri strumenti. In sostanza – ha continuato D'Asaro Biondo – la Fieg e Google hanno fatto causa comune su diverse aree dell'online, dallo sviluppo di nuove modalità di interazione con gli utenti al raggiungimento di audience più grandi, fino alla protezione dei contenuti».

Nel pomeriggio è arrivato anche il commento positivo della Fnsi. «L’accordo fra Fieg e Google rappresenta un passo decisivo verso l’innovazione delle aziende e dei prodotti editoriali e getta le basi per garantire informazione di qualità e tutelare il lavoro giornalistico, a prescindere dalle piattaforme. Questo processo non può però prescindere dalla valorizzazione del lavoro giornalistico e dalla lotta al precariato», hanno affermato, in una nota, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti: segretario generale e presidente della Fnsi.

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