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Dossier La spinta arriva da oltreconfine

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    Dossier | N. 3 articoliRapporto Fiere

    La spinta arriva da oltreconfine

    Mai così tanti. Le fiere internazionali organizzate in Italia lo scorso anno sono state visitate da quasi 1,4 milioni di soggetti esteri, il numero più alto di sempre. Dai dati elaborati dall’Osservatorio Cermes-Bocconi emerge il quadro di un settore vitale, in grado di mantenere una forte capacità di attrazione nei confronti del mercato globale, anche se dal lato italiano non si concretizza la stessa vivacità.

    Nel 2015 la presenza di un numero maggiore di eventi internazionali e il traino dell’Expo hanno certamente giocato un ruolo, ma la crescita del 21% dei visitatori in arrivo dall’estero ha in realtà portato i valori assoluti ben al di sopra di quanto realizzato dal nostro sistema ad esempio nel 2012, quando gli eventi censiti furono 203, sei in più rispetto allo scorso anno. Prendendo come parametro di riferimento pre-crisi il 2005, il progresso è stato superiore al 50%. Notizie positive, soprattutto perché inserite in un contesto complessivo non del tutto favorevole. Se infatti il trend di crescita internazionale è visibile anche negli espositori, saliti a quota 28mila unità (+10,4%), non altrettanto si può dire dal lato italiano, dove invece numero di stand e visite si riducono, rispettivamente del 2,2% e del 4,3%. Limitando l’analisi ai soli eventi annuali, in modo da avere universi di riferimento perfettamente comparabili, le dinamiche si smorzano un poco, mantenendo però gli stessi trend evidenziati sopra: visitatori ed espositori esteri in crescita (rispettivamente +12,1% e +1,4%), numeri complessivi in lieve arretramento (-0,9% per gli stand, -0,2% per le visite) per effetto di una frenata da parte italiana. Positivi i numeri relativi al 2015 presentati da Cfi per le 57 rassegne monitorate, dove grazie alla spinta estera risultano in progresso area espositiva (+3%), visitatori (+3,5%) ed espositori (+1,8%). Una crescita confermata anche dall’analisi Isfcert delle rassegne certificate (+8,3% gli espositori lo scorso anno) e dall’ultima indagine congiunturale qualitativa Aefi, dove a prevalere sono i giudizi positivi sull’andamento del comparto.

    «Il grande sforzo di questi anni - spiega il presidente di Aefi, Ettore Riello -, invertendo la rotta rispetto ad una debolezza del passato, è stato quello di affrontare diversamente il tema dell’internazionalizzazione. Oggi chi fa fiera deve avere un obiettivo centrale: “fare” estero. Finalmente è passato il concetto che la fiera è un pezzo di politica industriale, che attraverso le fiere è possibile avere un accesso privilegiato ai mercati esteri a costi accessibili. Il che, per un sistema come il nostro caratterizzato da numerose Pmi, rappresenta un indubbio vantaggio in termini di riduzione dei costi e dei rischi. Le fiere che hanno adottato questa strategia hanno avuto risultati importanti».

    «L’aver concentrato le risorse pubbliche su alcune rassegne - aggiunge la presidente del Comitato Fiere Industria Giuliana Ferrofino - ha consentito di sviluppare l’incoming, e i risultati si vedono, la clientela internazionale sta aumentando, così come gli espositori, che per raggiungere ad esempio nella componentistica l’universo delle nostre Pmi devono necessariamente venire ad esporre qui». Per le fiere, tuttavia, la scelta di incamminarsi oltreconfine resta complicata, in particolare per le realtà di dimensioni ridotte. Il che spingerà il sistema a trovare un nuovo punto di equilibrio. «Il consolidamento del settore è già avviato - spiega Riello - e chi non percorre questa strada credo sarà costretto a limitarsi ad offrire prodotti domestici. Mentre l’obiettivo è aprire alle imprese i mercati internazionali». Nuovi obblighi di trasparenza, Imu sui quartieri e riassetto delle quote degli enti pubblici rappresentano per il sistema alcune delle principali incognite. In un momento storico in cui i bilanci non sono ovunque brillanti. «Il sistema nel complesso tiene - spiega Riello - ma è chiaro che le strutture che vivono su 1-2 prodotti fanno fatica. Anche per combattere meglio la concorrenza sugli eventi, credo si debba favorire la proprietà dei prodotti da parte degli enti fiera: vendere solo spazi allarga le chance dei processi “migratori”». Questi ed altri temi saranno al centro del dibattito domani, in un convegno organizzato da Aefi a Roma in occasione della prima Giornata mondiale delle fiere: evento creato per ribadire, con una sola voce, il ruolo chiave del settore per la competitività e l’innovazione.

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