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Dossier Merola primo con 40mila voti in meno rispetto a 5 anni fa

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    Dossier | N. 123 articoliElezioni comunali 2016

    Merola primo con 40mila voti in meno rispetto a 5 anni fa

    (Lapresse)
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    Bologna - Ha perso quasi 40mila voti il Pd nella rossa Bologna, ha perso appeal la politica tout court, che si deve accontentare di uno scarso 60% di elettori andati alle urne (meno della media nazionale e ben lontano dal 71,4% delle precedenti amministrative) e di una sensazione generale di smarrimento, senza vincitori né vinti. Il sindaco uscente Virginio Merola è sì in testa, ma con l’appoggio di appena il 39,5% dei 300mila bolognesi aventi diritto di voto, ben al di sotto degli exit poll più prudenti. E se 69mila bolognesi hanno scelto Merola non si può dimenticare che erano stati 106mila i suoi sostenitori cinque anni fa e che al ballottaggio il Pd era andato con l’allora candidato di centro-destra Manes Bernardini che di voti ne aveva incassati 64mila.

    Merola si prepara invece quest’anno alla seconda tornata con un avversario altrettanto zoppo, la leghista Lucia Borgonzoni, che festeggia al 22,3% dei consensi raccolto assieme a Forza Italia e a Meloni-Fratelli d’Italia, trascurando il fatto che quel 22,3% corrisponde a sole 39mila preferenze. Così come escono sbiaditi dallo spoglio dei 445 seggi i grillini di Max Bugani, che hanno rastrellato meno delle attese, il 16,6%, forse anche per la figura di “regime” del candidato, scelto dal direttorio senza meccanismi democratici tra la base dei pentastellati. Gli unici davvero titolati a brindare sono lo stesso Bernardini, che con la lista civica Insieme Bologna ha raccolto il 10,4% dei voti e la Coalizione civica capitanata dal professore dell’Alma Mater Federico Martelloni, arrivato a un inaspettato 7 per cento.

    In un quadro tanto confuso si è fatta accesa fin dalle prime ore del mattino di ieri la bagarre per le coalizioni in vista del ballottaggio. Il sindaco Pd uscente, Virginio Merola, ha respinto la richiesta di un confronto pubblico avanzato dalla sua sfidante leghista Borgonzoni, che fin dalle prime ore del mattino ha iniziato a strizzare l’occhio ai grillini di Bugani e ai centristi di Bernardini. «L’unico apparentamento che voglio è con i cittadini. Aprirò una campagna di ascolto. Bisogna parlare ai moderati, non trattare dei posti. No inciuci, no trattative per le poltrone», ha spiegato Merola nel pomeriggio parlando dal quartiere Bolognina, dove il Pd ha avuto le maggiori difficoltà e ribadendo che «questo non sarà un referendum su Renzi ma un referendum sull’idea di città che vogliamo.

    Noi proponiamo una città moderna, aperta, inclusiva e ci rivolgiamo a tutti i bolognesi che vogliono questo tipo di città». La pasionaria della Lega Nord replica: «Sarà una campagna porta a porta perché non siamo ancora riusciti ad arrivare agli elettori scontenti della politica, che non sono venuti a votare. Cercherò i voti di tutti, c’è un 60% di bolognesi che non si riconosce nella guida Pd. Un Pd così debole nella città per eccellenza riconosciuta di sinistra è qualcosa di storico».