Sarà il terzo pontefice che varcherà il cancello del campo di sterminio di Auschwitz, dopo il polacco Giovanni Paolo II e il tedesco Benedetto XVI. Nel prossimo luglio Francesco andrà in Polonia, a Cracovia, per la Giornata della Gioventù (GMG) e la visita al campo era ormai data per scontata sin dal suo incontro con il presidente polacco a fine 2015, anche se ancora non ufficiale.
Il Papa argentino è da sempre vicino alla memoria del popolo ebraico, come ha confermato nella visita alla Sinagoga di Roma lo scorso gennaio, ma la visita ad Auschwitz si collega idealmente a quella al Memoriale di Yad Vashem a Gerusalemme del maggio 2014, quando si inchinò a baciare le mani ai sei sopravvissuti ai campi di sterminio.
La tragedia della Shoah è una memoria viva nella pastorale di Francesco, che testimonia nei molti incontri con esponenti delle comunità ebraiche che gli fanno visita in Vaticano, specie dall’Argentina. Di particolare forza fu la visita di Ratzinger poco dopo la sua elezione, che da tedesco (parlando in italiano) disse nel suo discorso memorabile: «Dio perché hai taciuto?».
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