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Barriera a eccessi e usi fraudolenti ma non ci sono marce indietro

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L'Analisi|Attualità

Barriera a eccessi e usi fraudolenti ma non ci sono marce indietro

I l Jobs act è giunto al primo giro di boa, e il decreto con le misure di restyling rappresentava un banco di prova per la tenuta della riforma del lavoro del governo Renzi, soprattutto sul delicato tema dei voucher che ha assunto un valore simbolico. Pressato dai sindacati che premevano per una stretta che limitasse fortemente l’uso dei buoni lavoro - con la Cgil che sta raccogliendo le firme per chiederne l’abolizione tramite un referendum - l’esecutivo ha scelto di non innestare la retromarcia, proseguendo nella direzione già avviata, sia pure con qualche correttivo. Al posto della cancellazione, il governo ha scelto di introdurre la tracciabilità per contrastare l’uso fraudolento dei voucher con una comunicazione preventiva, di punire gli abusi con sanzioni da 400 a 2.400 euro (per ogni lavoratore per cui si è omessa comunicazione), annunciando un aumento dei controlli - effetto della razionalizzazione delle attività ispettive - affidati al neonato Ispettorato nazionale del lavoro.

L’obiettivo della comunicazione preventiva è quello di rendere la vita difficile a quei committenti che erano soliti comunicare a posteriori, o pagare in modo regolare solo una parte della prestazione di lavoro accessorio. Il segnale che arriva, dunque, è che il governo crede nell’utilizzo corretto del voucher, come strumento che può servire a far emergere il lavoro sommerso. Ai sindacati che denunciano come il boom dei voucher rappresenti un segnale di un utilizzo sostitutivo dei contratti, il governo ha risposto con i dati di un rapporto del ministero del Lavoro. Che mette in luce come nel 2015 solo il 7,9% dei lavoratori retribuiti con i voucher avevano avuto nei tre mesi precedenti un rapporto di lavoro (10% considerando 6 mesi precedenti), e che i settori interessati sono il turismo, il commercio e i servizi. Tanto è vero che si è esclusa l’agricoltura dall’applicazione del limite di 2mila euro imposto ai committenti imprenditori, confermando il tetto generale dei 7mila euro per lavoratore, considerando gli altri paletti all’utilizzo del voucher già esistenti nel settore. Ed è stata prolungata la scadenza del buono lavoro fino a 7 giorni per gli imprenditori agricoli, con l’obbligo della comunicazione preventiva dei dati anagrafici del lavoratore, luogo e durata della prestazione.

Tra i sette articoli che compongono lo schema di decreto va segnalato anche un importante chiarimento: alle funzioni attribuite alla neonata Anpal, l’agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, si aggiunge il coordinamento dei programmi formativi destinati alle persone rimaste prive di impiego, per riqualificarle professionalmente, aiutarle all’inserimento lavorativo, supportare l’autoimpiego. Vista la delicatezza della materia, non potevano restare margini di ambiguità, considerando che fin qui Stato e Regioni si contendevano le competenze sulla formazione. Infine, nella gestione delle crisi aziendali, la cassetta di attrezzi si arricchisce di un nuovo strumento, con la possibilità di modificare i contratti di solidarietà difensivi, in espansivi, per favorire nuove assunzioni e aggiornare le competenze.

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