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I Cinque Stelle: nessun accordo con la Lega

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I Cinque Stelle: nessun accordo con la Lega

Nessun accordo con la Lega. I grillini reagiscono stizziti alle avance di Matteo Salvini secondo cui l’asse con i pentastellati «è nei fatti».Anche perché di questo «asse» il M5s non ha bisogno. L’obiettivo semmai è prendersi i voti degli elettori del Carroccio, a Torino come a Roma, senza doversi sporcare le mani in pubblici riconoscimenti.

«I voti sono dei cittadini, non dei segretari di partito. Non facciamo né inciuci né accordi», attacca il leader in pectore dei grillini Luigi Di Maio, confermando che il M5s non darà alcuna indicazione di voto nelle città in cui non sarà presente ai ballottaggi:«Sala o Parisi, De Magistris o Lettieri, Merola o Borgonzoni e così via, per noi pari sono». Una linea che coincide con quella di Beppe Grillo che relega Salvini alla politica del «passato».

La levata di scudi dei grillini impone al leader della Lega di precisare che con il M5s non c’è «nessun accordo, né sopra il banco né sotto il banco». Ma ribadisce che «laddove non ci fosse la Lega al ballottaggio, indicherò a chi volesse ascoltarmidi votare tutti tranne che per il Pd». A sostegno del numero uno del Carroccio arrivaRoberto Maroni: «Salvini è il segretario della Lega quindi condivido questa posizione al 100%», ha detto il Governatore della Lombardia, volendo così mettere a tacere le voci insistenti sul malessere emerso all’interno della Lega per il deludente risultato a Milano e per le successive uscite pro-grillini del segretario: nonostante ci siano «tante differenze rispetto a noi, un rumore di fondo comune c’è e questo penso che attrarrà gli elettori leghisti e spero viceversa», ha detto ancora Maroni assimilando la parabola del M5s agli esordi della Lega.

La scelta della Lega non è però condivisa da Fi. Almeno non apertamente: «Se la Lega decide di suggerire ai propri elettori di appoggiare un candidato dei grillini in funzione anti Pd è una legittima scelta. Io _ ha detto il governatore della Liguria Giovanni Toti _ sono più per l’idea di lasciare libertà di voto ai nostri elettori».

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