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Buoni in ascesa anche tra gli immigrati

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Buoni in ascesa anche tra gli immigrati

Olycom
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La tracciabilità dei voucher decisa venerdì scorso dal governo (con un decreto correttivo del Jobs act, si veda «Il Sole 24 Ore» del’11 giugno) arriva dopo il boom di vendite, dal mezzo milione del 2008 ai 115 milioni del 2015. Una crescita che ha riguardato anche i lavoratori extracomunitari, la cui incidenza è passata da meno dell’1% all’8,6%, quasi uno su 10.

I nuovi vincoli

Tracciabilità, più controlli specifici e, in caso di violazione degli obblighi, applicazione della stessa sanzione prevista per il lavoro intermittente, da 400 a 2.400 euro per ciascun lavoratore per cui venga omessa la comunicazione. In particolare, i committenti imprenditori non agricoli o professionisti che ricorrono a prestazioni di lavoro accessorio devono, almeno 60 minuti prima dell’inizio, comunicare con sms o email alla sede territoriale dell’Ispettorato nazionale del lavoro i dati anagrafici o il codice fiscale del lavoratore, il luogo e la durata della prestazione. Stessi obblighi per i committenti imprenditori agricoli, ma entro 7 giorni. Secondo l’attuale disciplina, la mancata denuncia preventiva di utilizzo, da effettuare solo per via telematica all’Inps, entro 30 giorni, comporta l’applicazione della maxi sanzione per lavoro “nero” . Nel decreto esaminato venerdì in via preliminare si prevede invece una sanzione nel caso di omessa comunicazione per ciascun lavoratore.

Possibili violazioni si verificano anche al superamento dei limiti quantitativi di 2mila euro per committente e 7mila per lavoratore. Se così è, il rapporto si “trasforma” nella «forma comune di rapporto di lavoro», ossia in un rapporto di natura subordinata a tempo indeterminato, con applicazione delle sanzioni civili e amministrative. Per il settore agricolo, invece, il decreto correttivo prevede l’esclusione del limite imposto ai committenti imprenditori (2mila euro) perché il lavoro accessorio in agricoltura è già soggetto, oltre al limite generale dei 7mila euro per lavoratore, anche a ulteriori limiti.

In ogni caso, l’introduzione della sanzione non risolve il problema della mancata copertura con i buoni lavoro delle effettive ore lavorate. Infatti, nel caso in cui la comunicazione sia stata fatta ma, in sede di controllo, alcune giornate o ore non risultino retribuite, la mancata erogazione dei voucher non potrà dar luogo all’applicazione della maxi sanzione ma – se le prestazioni sono rese per un’impresa o un lavoratore autonomo secondo i canoni della subordinazione – si avrà la conversione in lavoro subordinato a tempo indeterminato, con le relative sanzioni amministrative e civili.

Lavoratori extraUe

L’incremento nel’uso dei voucher ha riguardato anche i lavoratori extracomunitari. Il fenomeno è messo a fuoco dalla Fondazione Leone Moressa su dati Inps. Se nel 2008 gli extracomunitari pagati con voucher erano meno di 200, nel 2015 sono quasi 120mila. Contemporaneamente è più che triplicato il numero medio di voucher riscossi (da 19 a 66 all’anno), così come il compenso annuale medio netto (da 143 a 497). Quanto all’età media, è leggermente salita, da 29 a 35 anni, nel segmento degli extracomunitari. Invece, per i comunitari è scesa da 59 a 36 anni.

Ma quali sono le attività nelle quali è più frequente incontrare extracomunitari nella platea retribuita tramite voucher? In primis, il lavoro domestico (quasi il 30% dei beneficiari), poi giardinaggio e pulizia (15,4%) e turismo (9,8%). E se il salario medio netto annualmente percepito si aggira sui 500 euro, il picco più alto è individuabile nelle attività legate al verde (616 euro), mentre quello più basso in quelle agricole (216 euro), settore peraltro che assorbe la minore quota di extracomunitari con voucher (il 4%).

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