Dopo la condanna Berlusconi non rinuncia alla politica attiva: quando nel febbraio 2014 Matteo Renzi diventa premier (lo conosce da anni, grazie alla presentazione dell'ex fedelissimo Denis Verdini), è interlocutore privilegiato sulle riforme costituzionali e sulla legge elettorale grazie al cosiddetto “patto del Nazareno”, ma l'accordo si rompe dopo l'elezione di Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica, avvenuta con la contrarietà degli azzurri. Da allora il suo è un ruolo di opposizione pura, alla guida di Forza Italia. E alle amministrative di giugno 2016 sconta a Roma la “rottura” del centrodestra con l'asse Meloni-Salvini che decide di candidare Meloni a sindaco della Capitale contravvenendo all'intesa con Berlusconi sul nome di Guido Bertolaso. La guerra per la leadership con la destra lepenista anti-europea guidata da Salvini è esplicita. Il malessere dentro Forza Italia anche.