Sono il cuore del buongoverno, la chiave di un’amministrazione virtuosa in grado di garantire servizi efficienti e una fiscalità equa per tutti i cittadini. Per questo i bilanci e i conti delle grandi città che si sfideranno ai ballottaggi di domenica, Roma, Milano, Napoli, Torino e Bologna rappresentano uno dei banchi di prova più importanti dei nuovi sindaci. A cui però le amministrazioni si presentano in ordine sparso.
La strada è tutta in salita nella Capitale dove a pesare sui conti ci sono circa 12 miliardi di debito maturato prima del 2008 che drena 500 milioni l’anno destinati alla gestione commissariale. Una zavorra sulla cui gestione la candidata M5S Virginia Raggi assicura, come primo atto dopo il suo insediamento, un audit. Mentre Roberto Giachetti (Centrosinistra) punta a una rinegoziazione per abbattere l’enorme spesa sugli interessi. Comunque vada il prossimo inquilino del Campidoglio avrà il vantaggio di trovarsi con il bilancio di previsione già approvato dal commissario straordinario Francesco Paolo Tronca. A fronteggiare un debito che quest’anno è previsto a quota 2,8 miliardi, c’è anche Torino (vale quasi due volte e mezzo l’intero bilancio). Debito su cui Chiara Appendino del Movimento 5 Stelle ha annunciato una ricognizione e una verifica sui derivati. Mentre Piero Fassino si è impegnato a portare da 260 a 300 milioni le risorse per i servizi al cittadino.
E se Milano si presenta con un bilancio di circa 3,1 miliardi e un indebitamento di circa quattro, difficile da ridurre a causa degli interessi, gli altri nodi da affrontare sono i trasferimenti statali, in calo dal 2010 di 350 milioni, e le tasse, che anche per questo motivo sono cresciute del 120%. Tasse che tutti e due i candidati, Giuseppe Sala del centrosinistra e Stefano Parisi del centrodestra, promettono di abbassare.
Napoli ha invece agganciato nel 2012 la scialuppa del pre-dissesto incassando oltre un miliardo da Cdp. E il candidato sindaco uscente Luigi de Magistris dichiara di aver messo i conti in ordine e di puntare per il prossimo mandato a un sistema fiscale progressivo, diretto e premiale, mentre il suo avversario del centrodestra, Gianni Lettieri, promette il taglio delle aliquote dopo aver affidato a un fondo la vendita di immobili per 1,2 miliardi. Unica isola felice Bologna che ha chiuso il bilancio non solo con i conti in ordine ma con un tesoretto di oltre 19 milioni. Tanto che il tema è stato lontano dai confronti della campagna elettorale.
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