La cucina italiana sale sul tetto del mondo: Massimo Bottura, con la sua Osteria Francescana di Modena, è stato incoronato nella notte a New York miglior cuoco del mondo dalla classifica dei 50Best. Sale al primo posto scalzando i tre fratelli spagnoli del Cellar de Can Roca. Un riconoscimento per l'intera cultura gastronomica italiana perché Bottura ha fatto della valorizzazione delle grandi materie prime ( in primo luogo quelle della sua regione, dal parmigiano al prosciutto all'aceto balsamico) la colonna portante della sua cucina. Creatività, intuizione, maestria. Ma anche grande senso civico e conoscenza: perché come dice sempre lui la conoscenza apre la coscienza e la coscienza porta alla responsabilità.
Si deve a lui il grande progetto del Refettorio Ambrosiano durante Expo dove i più grandi chef del mondo hanno cucinato per gli ultimi utilizzando gli scarti alimentari della manifestazione milanese. E il progetto del Refettorio corre sulle sue gambe verso il resto d'Italia e del mondo con diverse iniziative che lo replicano nei prossimi mesi, prima tra tutta quella tra le favelas di Rio durante le Olimpiadi.
La consacrazione di Massimo Bottura a livello mondiale non è solo una enorme soddisfazione e una grandissima gioia per lui e il suo staff (oltre che per la moglie Lara, esperta di arte contemporanea, salita sul palco della premiazione con lui e da sempre parte del progetto): è un riconoscimento per il made in Italy che andrà sfruttato, alimentato e valorizzato in tutti i modi.
Insieme a lui nella classifica dei migliori cinquanta cuochi del globo anche Enrico Crippa del Duomo di Alba (17mo posto), Massimiliano Alajmo delle Calandre (37o posto) e Davide Scabin (46mo posto) rientrato nel gotha dopo un anno di Purgatorio. Tra i primi cento fa ingresso anche il tristellato Niko Romito.
Dietro a Bottura e ai fratelli Roca sale sul podio Daniel Humm dell'Eleven Madison Park di New York e scavalca il re della cucina nordica René Redzepi (finito al quinto posto dopo una lunga permanenza ai vertici) il peruviano Virginio Martinez del Central di Lima. Il voto degli chef (un premio a parte) è andato a Joan Roca.
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