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Fra governo e sindacati buon avvio da non sprecare

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L'Analisi|ANALISI

Fra governo e sindacati buon avvio da non sprecare

Solo un anno fa, quando nei convegni sulle pensioni si celebrava il ventennale della riforma Dini, quella che ci ha portato il sistema contributivo con un tempo di transizione ultradecennale, non sembrava neppure ipotizzabile l’apertura di un dialogo tra governo e sindacati. Palazzo Chigi aveva appena varato un decreto per rimborsare una parte dell’indicizzazione cancellata dalla riforma Monti-Fornero nel rispetto della sentenza n. 70 della Corte costituzionale. E si preparava a varare, con la legge di Stabilità, la settima salvaguardia per i lavoratori cosiddetti”esodati”.

Neppure l’articolata proposta avanzata dal presidente dell’Inps, Tito Boeri (“Non per cassa ma per equità”) - con la sua ipotesi di una pensione anticipata con correzione attuariale sull’assegno a 63 anni e 7 mesi di età, 20 anni di contributi e avendo maturato un importo minimo di 1.500 euro - era riuscita a innescare una scintilla di dialogo tra Giuliano Poletti e i tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil. Governo e sindacati s’erano limitati a criticare, dai rispettivi punti di vista, lo schema dell’economista bocconiano mantenendo tutte le distanze che il Jobs act aveva elevato.

Oggi la situazione sembra diversa. Due incontri sui temi della previdenza e del lavoro al ministero di via Veneto e altri due tavoli già programmati entro la fine di giugno. Con i sindacati che continuano formalmente a chiedere una modifica della legge Fornero ma contemporaneamente, ecco la notizia, ammettono che «c’è qualche novità positiva» (Susanna Camusso; Cgil), che «il clima è cambiato, c’è un confronto vero con il governo» (Annamaria Furlan; Cisl), che «è positivo che sarà l’Inps a erogare le prestazioni» anticipate con l’Ape (Carmelo Barbagallo; Uil).

I colloqui delle prossime settimane ci diranno dove arriverà questo nuovo percorso che il Governo ha voluto aprire preannunciando che, in ogni caso, le scelte finali verranno prese in autonomia e nella legge di Bilancio. Ma sarebbe sbagliato non registrare già oggi che c’è un buon avvio di confronto e che sarebbe il caso non venisse sprecato. I sindacati sanno benissimo entro quali margini stretti ci si potrà muovere con la prossima manovra. E sanno altrettanto bene con quanta attenzione la Commissione europea monitora la piena applicazione dell’attuale assetto previdenziale, essenziale per gli equilibri di bilancio. Una soluzione condivisa, con l’Ape e con le altre misure che verranno, magari da verificare con una fase di sperimentazione ben monitorata, potrebbe però portare a un risultato importante, in prospettiva anche capace di dare una risposta strutturale alla domanda di flessibilità che viene invocata da tutte le parti sociali. Una soluzione lontana dalle salvaguardie per gli “esodati" e capace di chiudere la lunga e onerosa stagione degli ammortizzatori in deroga. Per dire che la crisi è davvero finita.

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