Italia

Dossier Lega-Fi e M5S: i voti-chiave per i ballottaggi

  • Abbonati
  • Accedi
    Dossier | N. 123 articoliElezioni comunali 2016

    Lega-Fi e M5S: i voti-chiave per i ballottaggi

    ROMA - A cinque giorni dall’ora “x” con il voto conclusivo delle amministrative, apparentamenti tra i partiti ed endorsement più o meno ufficiali sono ormai sotto la luce del sole. E in alcuni casi saranno decisivi per decidere la sorte dei ballottaggi di domenica prossima.

    L’apparentamento più eclatante è quello ufficializzato dalla Lega Nord che ha dato, per bocca del suo stesso segretario, indicazione agli elettori di votare per le candidate M5S sia di Roma che di Torino. Dunque nella capitale Virginia Raggi e nel capoluogo piemontese Chiara Appendino dovrebbero drenare i voti leghisti. Non è chiaro - anzi è del tutto incerto - se Forza Italia convergerà su queste candidate. A Roma i voti che al primo turno sono andati ad Alfio Marchini potrebbero distribuirsi tra astensione (l’ala del partito che come indica Gasparri non andrà a votare) e consenso per Raggi (l’ala che, seguendo Brunetta, voterà contro Renzi). A Torino, invece, chi al primo turno ha scelto il candidato Fi Osvaldo Napoli potrebbe schierarsi con il dem Piero Fassino. Fi quindi articolerà la sua posizione in modo diverso a seconda delle città. E la libertà di coscienza coprirà una spaccatura interna tra i “neutrali” e gli “antirenziani”. Strategia a macchia di leopardo anche per i centristi: a Torino chi ha votato per il centrista Roberto Rosso è stato invitato a votare per la grillina Appendino mentre a Roma Lorenzin e Lupi hanno dato indicazione di votare Giachetti.

    Cosa potrebbe succedere invece nell’importantissima piazza milanese? Qui al candidato Pd Beppe Sala tornerebbero comodi sia i voti della sinistra che quelli dei grillini (i radicali si sono espressi già in favore del candidato di centrosinistra). Ma nessuno dei due fronti ha fatto aperture chiare. Dai grillini nessun impegno verso nessuno dei due candidati e neppure dalla sinistra che ha solo invitato i propri elettori a non votare per candidati della destra (atteggiamento ancora più duro a Roma dove Stefano Fassina ha annunciato che «non voterà per Giachetti»). È chiaro che Parisi spera su un “segreto“ appoggio dei pentastellati nell’urna (in cambio dell’endorsement pubblico di Salvini per i candidati M5S). Il resto lo deciderà la capacità dei candidati di portare al voto almeno una parte degli elettori che al primo turno hanno scelto il ponte del 2 giugno.

    Stessa musica a Bologna, dove la candidata leghista Borgonzoni può recuperare il distacco da Merola facendo affidamento su un possibile travaso di voti dai Cinque Stelle.

    A Napoli vanno in scena le lotte fratricide dentro il centrosinistra. Qui la sinistra che sostiene Luigi De Magistris e che crede che «il Pd non può votare per il candidato di centrodestra Lettieri» non può contare su un appoggio ufficiale dei Dem. Che per bocca del segretario regionale qualche giorno fa hanno detto a chiare lettere: «Non diamo alcuna indicazione di voto». In realtà, però, la corrente più di sinistra del Pd - Area riformista - in polemica con i vertici locali del partito ha annunciato apertamente il suo sostegno al sindaco uscente. Al contrario, i centristi di Area popolare (Udc ed Ncd) che al primo turno hanno appoggiato la candidata democratica Valeria Valente, adesso scendono in campo al fianco del candidato di centrodestra Gianni Lettieri. Ogni città, insomma, farà storia a sè.

    © Riproduzione riservata