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Dossier Imposte su fasce deboli e imprese, priorità diverse per Sala e Parisi

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    Dossier | N. 123 articoliElezioni comunali 2016

    Imposte su fasce deboli e imprese, priorità diverse per Sala e Parisi

    Giuseppe Sala (Centrosinistra) e Stefano Parisi (Centrodestra)
    Giuseppe Sala (Centrosinistra) e Stefano Parisi (Centrodestra)

    1. Quali investimenti (in opere o servizi) reputa subito necessari per Milano e dove reperirebbe le risorse?

    2. È possibile alleggerire il fisco per cittadini e imprese? Se sì, in che modo e con quali coperture finanziarie?

    3. Come attrarre grandi capitali dall’estero e promuovere Milano a livello internazionale?

    4. Quale ritiene sia il suo vantaggio competitivo rispetto al suo avversario politico?

    Giuseppe Sala
    Centrosinistra

    1. Intervenire rapidamente sulla riqualificazione degli alloggi popolari del Comune, per i quali investirò almeno 100 milioni che deriveranno dalla rinegoziazione con le banche dei derivati. Voglio impegnarmi perché in due anni non ci sia più un appartamento sfitto delle case comunali. Studieremo poi soluzioni compatibili con il bilancio del Comune e con l’aiuto del Governo, ne ho già parlato con il ministro Delrio, per il prolungamento delle linee della metropolitana: la M4 rispetto ai due capolinea di Linate e San Cristoforo e la M5 fino a Monza.

    2. Portare la fascia di esenzione dell’addizionale comunale Irpef da 21 a 28mila euro, arrivando a una popolazione esente del 68% (650mila milanesi). Intendo poi ridurre l’onere fiscale derivante da Cosap e Tari per le attività commerciali nelle zone della città dove ci sono cantieri di opere viarie e infrastrutturali. Inoltre renderemo operativa un’altra misura: chi demolisce e ricostruisce, a parità di cubatura, non pagherà oneri di urbanizzazione. È fondamentale per avviare quella rigenerazione urbana che riteniamo indispensabile. Ci impegneremo perché la ricostruzione avvenga con caratteristiche energetiche migliori, con meno agenti inquinanti. Queste azioni permetteranno di dare lavoro all’edilizia senza portare via verde. Tutto ciò servirà a riattivare l’economia e ad avere case migliori.

    3. L’area Expo rappresenta una grande occasione perché sarà, al pari degli ex scali ferroviari, un volano di sviluppo per la città. Per questa ragione ho proposto di creare una free tax zone in quest’area. Ho lanciato poi l’idea di Milano and Partners, una società a capitale misto, pubblico privato, per la promozione del territorio e del brand Milano, che si occuperà di attrarre investimenti esteri. Di grande aiuto inoltre sarà Emma Bonino, che farà parte della mia squadra. Lei conosce bene la politica del Mediterraneo e darà un contributo per capire le enormi possibilità di investimento, di crescita turistica, di capacità di fare rete tra università e ricerca che ha Milano.

    4. Noi non abbiamo un passato da difendere, né uno schieramento imbarazzante. Stefano Parisi ha una coalizione che lo costringe a continue smentite su tutti i grandi temi, dall’immigrazione alle moschee, o nella migliore delle ipotesi, a non rispondere con malcelato imbarazzo, come avviene sul referendum di ottobre. Noi invece siamo liberi e intendiamo, anche sulla base dell’esperienza dell’Expo, metterci al servizio del futuro di Milano. Come Commissario di Expo 2015 ho gestito il più grande evento popolare della storia italiana, a dimostrazione che un’operazione pubblica si può realizzare nel pieno rispetto della legalità, delle tempistiche e del budget. Questo grande evento ha mostrato anche quanto sicurezza, pulizia e accoglienza facciano la differenza nel generare un nuovo stile di vita. Con lo stesso spirito affronteremo le prossime scommesse di Milano.

    Stefano Parisi
    Centrodestra

    1. Agiremo su tre fronti. Il primo: le case popolari, molte delle quali vanno riqualificate al più presto. Grazie alla Regione Lombardia 92 milioni sono già stati stanziati per il quartiere Lorenteggio. Poi da lì andremo sugli altri quartieri degradati. Il secondo: il verde. Partiremo dal parco orbitale: una cintura di sentieri urbani e piste ciclabili grande 30 volte il parco Sempione, che collegherà tra loro le aree verdi ai confini della città. Ciò avverrà attraverso il meccanismo della perequazione a costo zero per l’amministrazione. Il terzo: la mobilità. Si tratta della Circle Line, la linea 6 della metro realizzata in superficie: l’accordo per la riqualificazione degli scali ferroviari genererà gli investimenti necessari per trasformare gli attuali binari in una metropolitana, che trasformerà il sistema di mobilità pubblico da radiale a reticolare, a vantaggio delle periferie.

    2. Non è solo possibile: è doveroso. Le imposte comunali sono più che raddoppiate negli ultimi cinque anni e solo un terzo di questo aumento è imputabile ai minori trasferimenti statali. Il resto è un aumento indiscriminato e scellerato. Noi intendiamo ridurre con forza la pressione fiscale, iniziando dalle imprese per far ripartire occupazione e crescita. Fin da subito azzereremo gli oneri di urbanizzazione per demolizioni e ricostruzioni, riporteremo la Cosap per Pmi e commercianti al livello pre-Pisapia e ridurremo la Tari per chi dona eccedenze alimentari. Nel frattempo attueremo una rigorosa spending review entro il termine del mandato, per azzerare l’addizionale Irpef e riportare le imposizioni a livello pre-Pisapia.

    3. Facendo il contrario di quanto è stato fatto finora. Bisogna smettere di guardare con sospetto chi vuole investire. Milano ha moltissimo da offrire. L’area Expo è una di queste. Ma non basta: per attrarre capitali servono credibilità istituzionale e un ambiente fiscale e regolatorio favorevole. Oggi i grandi investitori sono scoraggiati da complicazione burocratica e incertezza del diritto. Noi punteremo sulla semplificazione, creando percorsi facilitati per gli investimenti internazionali e facendo interfacciare le multinazionali con uffici e procedure ad hoc. Infine il marketing territoriale, sottolineando le specificità di Milano.

    4. La nostra proposta guarda al mondo dei professionisti e delle imprese, non solo come target, ma anche come partner nell’elaborazione delle future politiche. Il mio avversario politico è un ottimo candidato, ma parte della sua coalizione guarda ancora con sospetto e non gli permetterebbe mai di avere un rapporto di collaborazione con professionisti e imprese per lo sviluppo internazionale della città. Noi siamo con chi produce ricchezza e occupazione, i nostri competitor hanno aumentato le tasse sulle imprese del 9% e reso impossibile la rigenerazione urbana, soffocando il commercio e l’edilizia.

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