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Dossier Ristrutturare il debito, sfida in salita con governo e banche

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    Dossier | N. 123 articoliElezioni comunali 2016

    Ristrutturare il debito, sfida in salita con governo e banche

    La prima grana vera per Virginia Raggi sarà la partita per recuperare le risorse necessarie a far ripartire la città. In primis, come ha più volte annunciato, la ristrutturazione del debito di Roma Capitale, un incubo da oltre 12 miliardi che drena risorse importanti che potrebbero invece essere destinate agli investimenti. Pensiamo ai 200 milioni di addizionale Irpef pagati dai cittadini residenti e trasferiti annualmente alla Gestione Commissariale, per sostenere la quota di interessi e capitale sui debiti finanziari pregressi che quindi vanno ridotti. Partita complicata e dagli esiti incerti che avrà come interlocutore il Governo e creditori (Cdp e banche commerciali). La Raggi ha annunciato che punta a rinegoziare le condizioni della posizione debitoria, abbattendo gli interessi e allungando le scadenze per consentire all’indebitato di sfruttare la finestra di opportunità data da tassi più bassi. Passo non scontato, che esige capacità politiche e amministrative, insomma una squadra di professionisti competenti capaci di trattare con un Governo certamente non amico. Ma il primo nodo finanziario sul tavolo del nuovo sindaco sarà la verifica straordinaria di cassa per sondare la dotazione effettiva di liquidità del Comune in vista di un altro passaggio cruciale per i conti capitolini: gli amministratori che si insediano dovranno infatti verificare entro fine luglio gli effettivi equilibri finanziari dell’ente. Il tutto in vista del varo importante della manovra di assestamento di bilancio che può essere chiusa entro il 30 novembre. Ma oltre al piatto finanziario le emergenze cui dare subito risposta a Roma riguardano i trasporti, il processo di risanamento di Atac (la municipalizzata del Campidoglio). Processo avviato con successo dall’attuale dg Marco Rettighieri e che va proseguito senza esitazioni. Perché rappresenta un tassello importante nell’ambito di un Piano trasporti e mobilità di ampio respiro che è indispensabile a Roma e che punti al potenziamento delle linee metropolitane, del sistema Tpl, al completamento della Metro C a nuovi mezzi pubblici, al collegamento delle periferie alla città. Tutte voci che rientrano nella normale gestione di una città. E che a Roma sono mancate da tempo. La vera sfida che Roma non può perdere è proprio quella della normalità e di uno sviluppo intelligente che rispetti vocazione della città e del territorio. Serve un progetto serio, capace di ridisegnare il futuro della Capitale, di attrarre risorse e investimenti. Un Piano di sviluppo di ampio respiro che come avvenuto a Londra e a Berlino restituisca a Roma il rango di capitale europea e che segni davvero una svolta, nel segno della discontinuità come chiesto a gran voce dai romani ai nuovi amministratori che saranno valutati da oggi in base a fatti e atti concreti che dovranno cedere il passo ai facili slogan elettorali.

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