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Dossier M5S, la macchina decisionale è ancora in rodaggio

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    Dossier | N. 123 articoliElezioni comunali 2016

    M5S, la macchina decisionale è ancora in rodaggio

    ROMA - La piattaforma digitale Rousseau alla base, la rete dei 38 sindaci coordinati dal responsabile enti locali Luigi Di Maio, il direttorio dei parlamentari come organo di raccordo e i due garanti delle regole: Beppe Grillo e Davide Casaleggio, figlio ed erede di Gianroberto. La struttura decisionale del Movimento Cinque Stelle è sotto osservazione tanto quanto le prossime mosse delle neosindache Virginia Raggi e Chiara Appendino.

    L’obiettivo finale e dichiarato è sempre quello della democrazia diretta e online, dell’«uno vale uno». Ma i meccanismi, come ha dimostrato da ultimo il caso di Federico Pizzarotti a Parma (in attesa del verdetto definitivo sull’espulsione), vanno oliati. Non tutto nei territori ha funzionato: anche negli ultimi mesi sono andate in scena liti interne, rivalità e mancanza di chiarezza sulle regole che si pretende di far rispettare. E sono ancora tante le caselle da completare perché il rodaggio della macchina sia completo.

    La piattaforma Rousseau, il sistema operativo del M5S, mette in collegamento online tutti gli iscritti: oggi conta 130mila teste ed è articolata in “funzioni”. Quelle attive per ora sono sette tra cui le quattro dedicata alla “lex” (nazionale, regionale, Europa e iscritti) che servono alla partecipazione alla scrittura delle leggi, “vota” (con la quale si voterà per le liste elettorali o su un tema specifico, come avvenne per la consultazione sul presidente della Repubblica), “fund raising” per la raccolta fondi per elezioni o eventi del M5S, “scudo della rete” per collegare avvocati disponibili alla tutela di iscritti ed eletti. A breve arriverà “e-learning”, cui sta lavorando il senatore Nicola Morra, per rendere edotti gli iscritti sulle strutture in cui sono inseriti gli eletti e sul loro funzionamento. Infine ci saranno “activism” (i materiali di supporto alle iniziative), “sharing” (un archivio delle proposte a tutti i livelli) e “gruppi sul territorio” (come i meet-up).

    Rousseau è un software potente e chiuso, non open source. Cogestori sono Casaleggio jr, l’europarlamentare David Borrelli e Massimo Bugani, il candidato sindaco a Bologna che non ha superato il primo turno. Il timone della piattaforma è passato gratuitamente dalla Casaleggio Associati all’associazione Rousseau, che presto diventerà una fondazione e che si finanzia, assicurano, soltanto con le donazioni: quelle già raccolte attraverso il sito ammontano a 277.959 euro (grazie a 8.500 donatori). Casaleggio jr assicura (anche ieri, nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera) che il suo ruolo è solo tecnico e che non si candiderà. Ma la sua presenza a Roma per festeggiare Raggi e gli incontri tenuti in questi giorni con lo staff comunicazione e con il direttorio sembrano dire di più. Con Rousseau si voterà il candidato premier del Movimento: Di Maio, che studia da leader politico, dovrà essere sottoposto al vaglio online. Le eventuali espulsioni anche. Ma regolamento e “non statuto” hanno ancora lacune. “Staff” e direttorio svolgono compiti ancora nebulosi. E bisognerà capire se chi detiene le chiavi del sistema condizionerà le decisioni. E come.

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