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Sì di Confindustria al referendum

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la riforma costituzionale

Sì di Confindustria al referendum

Un sì all’unanimità. A favore del referendum di autunno sulla riforma costituzionale. Il consiglio generale di Confindustria ha condiviso in modo unanime la posizione favorevole proposta dal consiglio di presidenza.

«In coerenza con il suo ruolo di rappresentanza e partecipazione alla vita politico-sociale del paese, Confindustria ha sottolineato nel tempo l’esigenza di modifiche alla Costituzione volte a modernizzare le istituzioni, migliorare l’efficienza della macchina pubblica e l’efficacia dei processi decisionali», si legge nella nota che è stata diffusa ieri pomeriggio.

Quella del consiglio generale, sottolinea il testo, «è una scelta a favore della governabilità, della competitività e del valore della responsabilità». Una riflessione che mette in evidenza il raggio d’azione della riforma costituzionale: «Guarda all’interesse generale del paese nel medio-periodo e va sostenuta, quindi a prescindere dalla situazione politico-elettorale del momento».

Si tratta di una riforma «senz’altro migliorabile», ma è «pre-condizione indispensabile per realizzare quelle riforme economiche necessarie al rilancio della crescita, su cui Confindustria chiede un impegno forte da parte del governo». È questo lo spirito, sottolinea la nota, con cui il consiglio generale ha espresso il suo orientamento.

«Il consiglio generale che si è espresso all’unanimità ha un grande significato: l’industria italiana compatta su un’idea di riforma paese a prescindere dal governo ma per la governabilità», ha insistito il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, parlando nel pomeriggio all’assemblea degli industriali di Reggio Emilia. In mattinata, aprendo la riunione del consiglio generale, Boccia aveva chiesto un minuto di silenzio per ricordare Vittorio Merloni, scomparso giorni fa. Al termine c’è stato un lungo e caloroso applauso.

«È una questione di argomenti e di contenuti che non riguarda l’appoggio a nessuno, ma riguarda una visione del paese», ha continuato il presidente di Confindustria. Il sostegno dell’associazione degli industriali al referendum costituzionale «è nella storia di Confindustria», ha ricordato Boccia. Gli industriali, ha sottolineato «sono apartitici con una grande attenzione alla politica economica. Di stabilità e governabilità ne facciamo una questione complessiva, ma non in rapporto al governo». Argomento che ha ripreso anche in un’intervista andata in onda ieri sera al Tg1, sottolineando che le imprese faranno la propria parte e il proprio mestiere al meglio dentro i cancelli delle fabbriche, ma che fuori dai cancelli serve un paese più competitivo e che le riforme istituzionali «sono le precondizione per una grande stagione di riforme economiche» per rendere l’Italia «il più grande paese industriale al mondo, che è il sogno degli imprenditori e degli italiani».

Nel comunicato di Confindustria sono stati esplicitati in particolare i punti che motivano il sì delle imprese al referendum. Si tratta del superamento del bicameralismo paritario, che significa più stabilità e governabilità. I governi potranno assumere decisioni nell’interesse generale, senza guardare al consenso di brevissimo periodo, ma pensando al benessere dei cittadini.

Inoltre il miglioramento della qualità dell’attività legislativa, che significa riduzione del time to market delle politiche pubbliche. Terzo punto, la semplificazione e la modernizzazione dei rapporti tra i diversi livelli di governo, che significa maggiore collaborazione tra Stato e autonomie e superamento della logica dei veti. Quarto, l’introduzione di misure di efficientamento della finanza pubblica, che significa soprattutto maggiore controllo sulla quantità e qualità della spesa degli enti regionali e locali.

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