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Raggi, stadio e vicesindaco i primi nodi

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Raggi, stadio e vicesindaco i primi nodi

  • –Laura Di Pillo

roma

Oltre alla composizione della Giunta e della squadra di lavoro, sarà il nuovo stadio della Roma tra i temi più caldi nell’agenda della neo sindaca di Roma Virginia Raggi. Ieri il progetto Tor di Valle ha incassato lo stop dall’assessore “in pectore” all’urbanistica Paolo Berdini che lo definisce «uno scempio». «Sono contrario allo stadio così come immaginato nel progetto vagliato dal Comune» ha detto in un’intervista a Radio Radicale. «La Roma - ha spiegato Berdini - ha a disposizione lo stadio Olimpico e lo stadio Flaminio che vanno valorizzati e trovo assurdo regalare ad un privato un milione di metri cubi di cemento in cambio di servizi che sono un atto dovuto alla città». Per il futuro assessore ci vuole un referendum «per chiedere ai cittadini la loro opinione». Questione non solo politica, che rischia di essere un bagno di sangue per le casse del Comune che lo stava vagliando in questi giorni per un via libera tecnico dopo l’approvazione con delibera al progetto Tor di Valle giunto dall’Assemblea capitolina nel dicembre 2014. Il Campidoglio infatti potrebbe dover affrontare cause milionarie per gli investimenti e i costi progettuali (circa 60 milioni) già sostenuti dalla società proponente (As Roma e gruppo Parnasi) .

Ieri intanto la Raggi ha incontrato diversi futuri assessori e ha lavorato a Palazzo Senatorio per sbrigare pratiche burocratiche. Ha annunciato che chiederà una sorta di pagella sull’operato dei manager e dei vertici di Atac e Ama. «Sto già facendo protocollare delle lettere su alcune municipalizzate, come anticipato ieri - ha spiegato - chiederemo tutti i contratti che sono in scadenza».

Tra i dossier più difficili senza dubbio quello che riguarda la “galassia” partecipate che significa riordino, snellimento, tagli agli sprechi e alle consulenze inutili, cessioni possibili delle società partecipate dal Campidoglio. Ma è sulla Giunta che sono puntati i riflettori e sulle caselle che restano libere: sei poltrone sulle dieci previste.

Il nodo da sciogliere è il vicesindaco. Sicuramente non lo farà Daniele Frongia, braccio destro, molto vicino alla Raggi che pare proiettato verso l’incarico di capo di gabinetto. Sfumerebbe anche l’ipotesi Salvatore Romeo, dirigente comunale, esperto di partecipate. Il neosindaco non si sbilancia: «Il 7 luglio (data del primo Consiglio comunale) svelerò tutto» promette Raggi. Nel M5s si lavora pure sul fronte assemblea capitolina con un team guidato da Marcello De Vito, chiamato Mr. Preferenze in forza dei 6.451 voti incassati e futuro probabile presidente d’Aula. L’accordo sembra esserci, ma i nomi dei presidenti delle 12 commissioni saranno svelati subito dopo il primo consiglio comunale. All’appello mancano ancora i nomi per gli assessorati Bilancio, Risorse economiche e Patrimonio. In pole position il dirigente Consob Marcello Minenna molto gradito al Movimento 5 Stelle.

Ieri intanto a sorpresa Virginia Raggi ha incassato l’endorsement dell’ex sfidante Giorgia Meloni: «Saremo al suo fianco se lavorerà bene», ha detto la leader di Fdi. In serata l’incontro in con una delegazione di donne che protestava contro la chiusura dei centri antiviolenza. La sindaca le ha ricevute e «ha garantito il suo impegno nella salvaguardia di strutture prioritarie» hanno fatto sapere dallo staff.

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