
11/11 Scivolone per Brent e Wti Timori di cali nei consumi
Proprio quando i prezzi del greggio sembravano aver trovato un sia pur fragile equilibrio - grazie a un calo dell'offerta e a una certa brillantezza dei consumi - è arrivata una nuova doccia fredda: la notizia della vittoria del Brexit è stata accolta dai mercati con una serie di forti ribassi per il Brent e il Wti, che hanno lasciato sul terreno quasi il 5% per scendere rispettivamente sotto i 48,50 e i 47,80 dollari al barile. Si tratta del maggior calo giornaliero dal 18 aprile, ossia dal giorno in cui i maggiori esportatori riuniti a Doha (Qatar) non riuscirono a trovate un accordo sul «congelamento» dei livelli produttivi. Ora il timore dei mercati è legato soprattutto all'andamento dell'economia mondiale: dopo l'esito del voto inglese si prevede un rallentamento economico e di conseguenza una frenata dei consumi di petrolio. Gli analisti della Cmc hanno ricordato come «l'incertezza globale che il voto britannico sta alimentando potrebbe riflettersi negativamente sul Pil non solo inglese, ma anche europeo». Alla Commerzbank hanno aggiunto che «l'attuale avversione al rischio degli investitori renderà difficile, almeno nel breve, un ritorno del barile a 50 dollari».
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