Italia

Decreto banche, il governo pone la fiducia alla Camera

  • Abbonati
  • Accedi
scade il 2 luglio

Decreto banche, il governo pone la fiducia alla Camera

Come ampiamente previsto, il Governo ha posto la questione di fiducia in Aula alla Camera sul Decreto legge n. 59/2016 (in scadenza il 2 luglio) relativo ai rimborsi agli obbligazionisti delle banche in default (Banca Etruria, Banca Marche, Carife e Carichieti). La richiesta è stata ufficializzata questo pomeriggio dalla ministra per i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi. La fiducia è stata posta sul testo approvato dalle commissioni Finanze e Giustizia, identico a quello già varato, sempre con voto di fiducia, dal Senato.

Domani alle 17 il voto dell’Assemblea
La conferenza dei capigruppo, subito convocata dalla presidente di Montecitorio Laura Boldrini, ha fissato il voto per domani alle 17. Dopo la proclamazione del risultato, prevista intorno alle 18,30, l'Aula passerà all'esame degli ordini del giorno. L'Assemblea tornerà poi a riunirsi mercoledi' mattina alle 9,30 per le dichiarazioni di voto e la votazione finale.

Scotto (SI): scelta grave, siamo alle solite
Per il capogruppo alla Camera di Sinistra Italiana, Arturo Scotto, il voto di fiducia richiesto dal governo Renzi sul Dl banche che contiene anche norme in materia di procedure esecutive e concorsuali rappresenta «una scelta molto grave, uno schiaffo al Parlamento e al Paese. Su un tema così delicato per la vita delle imprese e dei risparmiatori è necessario che il Parlamento discuta e non si limitino gli spazi. Siamo alle solite».

I criteri per i rimborsi automatici
In sintesi, il decreto punta a rendere più efficace il recupero dei crediti e istituisce il rimborso automatico all'80% per gli obbligazionisti rimasti colpiti dalla risoluzione delle quattro banche, purché abbiano un patrimonio mobiliare inferiore a 100mila euro o un reddito personale (non lordo ma complessivo, cioè la somma di tutti i redditi che entrano nella dichiarazione Irpef prima delle imposte) non superiore ai 35mila euro. In alternativa alla richiesta di indennizzo, per chi non rientra nei parametri previsti, sarà possibile avviare la procedura arbitrale. In tal caso la decisione viene presa entro 60 giorni dalla presentazione della domanda.

Piu’ tempo per richiedere i rimborsi
Il decreto allunga anche di due mesi (da quattro a sei) il tempo per presentare l'istanza di erogazione del rimborso. Tra i documenti da presentare il contratto di acquisto degli strumenti finanziari subordinati; i moduli di sottoscrizione o d`ordine di acquisto; l'attestazione degli ordini eseguiti e una dichiarazione sulla consistenza del patrimonio mobiliare. In caso di patto marciano - che permette alla banca di impossessarsi del bene posto a garanzia di un credito nel giro di pochi mesi in caso di inadempienza - l'imprenditore che abbia già rimborsato l'85% del finanziamento ricevuto avrà tre mesi in più di tempo per “sanare” un eventuale inadempimento. L'inadempimento scatterà infatti non dopo nove ma dopo 12 mesi dal mancato pagamento di tre rate anche non consecutive.

Ok a elenco professionisti per vendita beni pignorati
In materia di espropriazione forzata per il recupero di crediti, il decreto prevede poi che in caso di aste il giudice possa stabilire diverse condizioni di vendita: In particolare, dopo il quarto tentativo di vendita andato deserto, fissare un prezzo base inferiore al precedente fino al limite della metà (le norme attuali prevedono «un quarto»). Prevista anche l'istituzione di un elenco dei professionisti che provvedono alla vendita dei beni pignorati presso i tribunali.

© Riproduzione riservata