Una crisi è un “ciclo impazzito”? Nel Fascicolo 3 – «Per tornare a crescere» – abbiamo citato una famosa frase di Joseph Schumpeter, un grande economista del Novecento: «I cicli non sono come le tonsille, cose separate che possono essere curate da sole, ma come il battito del cuore, appartengono all'essenza dell'organismo». In quella visione, la recessione non deve preoccupare. L'organismo dell'economia si deve liberare delle tossine accumulate nella fase di espansione, e poi tutto tornerà normale. Ma ogni tanto – fortunatamente non di frequente – ci sono dei cicli che si trasformano in crisi.
Abbiamo avuto la Grande depressione degli anni Trenta. Per capirla gli economisti si sono avventurati in una selva di spiegazioni, e la lunga serie di indizi raccolti e sviscerati fa pensare a un giallo in cui si cerca di dipanare l'identità dell'assassino. Oggi il dito è puntato sulla fragilità del sistema bancario americano dell'epoca, poco vigilato ex ante e poco aiutato ex post. Per quanto riguarda invece il più grosso inciampo dell'economia dagli anni Trenta – la Grande recessione del 2008-2009 – non bisogna andar lontano per cercare il colpevole: una finanza impazzita che aveva inondato il pianeta di titoli tossici Made in America, sotto l'occhio (troppo) tollerante di una regolamentazione in cui dominava l'ingenua fiducia nelle capacità del sistema finanziario di regolarsi da solo.
Fotunatamente, la lezione della Grande depressione era stata imparata, e la Grande recessione non si trasformò in qualcosa di peggio. Politica monetaria e politica di bilancio lavorarono all'unisono per contenere i danni, sostituendo domanda pubblica a una domanda privata sfibrata dalla sfiducia. Ma in Europa la medicina di una politica di bilancio (giustamente) generosa portò a deficit pubblici crescenti, e innescò un'altra crisi: la crisi da debiti sovrani, da cui si cercò – e si cerca ancora – di uscire con un'austerità che ha peraltro tirato troppo la corda. Adesso si cerca di allentare quel freno a mano delle politiche di bilancio restrittive, ma intanto si era andata spiegando un'altra tragedia – la tragedia greca – che ha messo a dura prova la solidarietà europea e la tenuta stessa della moneta unica. La crisi economica rischia di trasformarsi, in Europa, in crisi politica. Ma ci consola uno dei padri fondatori, Jean Monnet: «L'Europa» disse, «progredirà solo grazie alle crisi».
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