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record in sicilia

Legambiente: in Italia il cemento «divora» 8 km di coste l'anno, record in Sicilia

Più della metà delle coste trasformate dal cemento al ritmo di 8 km l'anno, un terzo delle spiagge minacciate dall'erosione, plastica e scarichi cittadini che mettono sempre più a dura prova l'habitat marino. È inquietante la situazione delle coste italiane secondo Legambiente, che oggi ha presentato a Roma il «Rapporto Ambiente Italia 2016 - Presente e futuro delle aree costiere in Italia». Una fotografia di oltre 7mila km di coste minacciati dalla pressione di cemento e inquinamento e «sui quali pesano - dicono gli ambientalisti - le conseguenze di politiche miopi e inefficienze storiche».

I numeri
Secondo il rapporto - curato dal vicepresidente di Legambiente Edoardo Zanchini con Sebastiano Venneri e Giorgio Zampetti - oggi il 51% dei litorali italiani è stato trasformato da case, alberghi e palazzi e, in assenza di un cambio delle politiche, la cifra è destinata a crescere: negli ultimi decenni ha galoppato al ritmo di 8 chilometri all'anno. Un terzo delle spiagge, dice ancora Legambiente, è interessato da fenomeni erosivi attualmente in espansione, 14.542 sono le infrazioni accertate nel corso del 2014 tra reati inerenti al mare e alla costa in Italia, vale a dire 40 al giorno, 2 ogni chilometro, ancora in crescita rispetto al 2013. L'habitat marino è costantemente messo alla prova dall'inquinamento, con il 25% degli scarichi cittadini ancora non depurati (40% in alcune località) e ben 1.022 agglomerati in procedura di infrazione europea. Il 45% dei prelievi realizzati da Goletta Verde nel 2015 è risultato inquinato, mentre la plastica galleggiante (la «beach litter») continua a colonizzare spiagge e fondali marini. Solo il 19% della costa (1.235 chilometri) è sottoposta a vincoli di tutela.

Oltre 3mila km «divorati»
Dall'analisi dei 6.477 km di costa da Ventimiglia a Trieste e delle due isole maggiori (senza considerare quindi le numerose isole minori), Legambiente ha scoperto che 3.291 km sono stati trasformati in modo irreversibile da industrie e centri urbani. Tra le regioni, la Sicilia ha il primato assoluto di km di costa caratterizzati da urbanizzazione meno densa ma diffusa (350 km), seguita da Calabria e Puglia, mentre la Sardegna è la regione più virtuosa per quantità di paesaggi naturali e agricoli ancora integri.

«Dal 1988 ad oggi, malgrado fosse in vigore la legge Galasso che avrebbe dovuto tutelare le aree entro i 300 metri dalle coste - denunciano gli ambientalisti - sono stati trasformati da case e palazzi ulteriori 220 chilometri di coste».
Sul fronte dell'inquinamento, poi, sono 1.022 i centri coinvolti nei procedimenti Ue per infrazione della direttiva 91/271 sulla depurazione degli scarichi civili, con sanzioni che, sottolinea Legambiente, costeranno 476 milioni di euro l'anno dal gennaio 2016 a completamento delle opere.

«Liberare le coste dal cemento»
«Le coste sono uno straordinario patrimonio del nostro Paese – ha dichiarato Zanchini durante la presentazione del volume al quale hanno partecipato, tra gli altri, anche i sottosegretari ai Beni culturali, Ilaria Borletti Buitoni, e all'Ambiente, Silvia Velo, e il presidente della Commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci– che dobbiamo liberare dalla pressione di cemento e inquinamento. Il Rapporto Ambiente Italia presenta una fotografia di questi impatti con dati davvero inquietanti e studi che dimostrano come sia possibile invertire questa situazione attraverso un cambio delle politiche». «Occorre - ha aggiunto Zanchini - rafforzare la resilienza dei territori ai cambiamenti climatici e spingere verso la riqualificazione e valorizzazione diffusa del patrimonio costiero».

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