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Visco: per salvare le banche useremo tutti gli strumenti

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il colloquio

Visco: per salvare le banche useremo tutti gli strumenti

Il governatore Ignazio Visco
Il governatore Ignazio Visco

«Useremo tutti gli strumenti a disposizione per sostenere il sistema bancario». È molto esplicito il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, in un colloquio a margine del forum della Banca centrale europea a Sintra, dove nei discorsi ufficiali si è fatto di tutto per evitare la discussione sulla Brexit e le sue conseguenze di mercato di questi giorni, mentre nelle conversazioni informali fra banchieri centrali ed economisti non s’è parlato d’altro.

Visco, che da Sintra è rimasto in contatto costante con Roma e con Bruxelles, definisce il voto nel referendum britannico a favore dell’uscita del Regno Unito dall’Unione europea un «evento epocale», ma sostiene che bisogna evitare a ogni costo che «si trasformi in una crisi sistemica attraverso le oscillazioni dei mercati finanziari. La volatilità è molto aumentata ed esistono rischi di contagio».

I mercati, che in un primo tempo hanno subito un crollo generalizzato, hanno poi concentrato la loro attenzione sulle banche italiane, quelle che più potrebbero avere da perdere da una situazione di instabilità e di frenata della crescita che ne limiti la redditività. Ieri si è assistito a un rimbalzo, ma le autorità sono attente a non dichiarare anzi empo che si tratta di una stabilizzazione. «Bisogna creare una rete di sicurezza davanti a un evento epocale come questo», ha sostenuto Visco nel colloquio.

«Non c’è una cifra di possibili interventi – dice il governatore – confermo quello che è già stato dichiarato dal ministro Padoan. Non sappiamo se e quando un intervento sarà necessario. C’è invece un’esigenza di fare chiarezza sulla valutazione dei crediti deteriorati, gli Npl. Si citano dati aggregati, includendo quindi importi che già sono stati spesati dalle banche con gli accantonamenti necessari. Altri sono coperti da garanzie, altri sono in capo a banche che non hanno alcun problema nell’assorbirli».

Quel che è importante chiarire, secondo Visco, è che «ci sono interventi di rafforzamento del sistema bancario e che i problemi si stanno affrontando. Brexit è uno shock molto forte, bisogna evitare che si trasformi in una crisi sistemica».

Una delle cifre circolate in questi giorni è l’importo lordo di 340 miliardi di euro per gli Npl delle banche italiane. Considerando gli accantonamenti, essa però scende a circa 200, dei quali solo una parte è in sofferenza, forse 80-90 miliardi, secondo valutazioni dei tecnici. Vanno poi considerate le garanzie e gli importi in capo alle banche più solide. Inoltre, secondo fonti del settore, ogni intervento dovrebbe essere misurato solo sulla necessità di coprire l’eventuale tranche senior delle cartolarizzazioni realizzate con gli Npl. Gli importi sono molto inferiori a quelli circolati. Brexit naturalmente accorcia i tempi di qualsiasi intervento, ma le autorità italiane stanno discutendo un menu di opzioni che dovrebbe essere accettato dalla Commissione europea. La discussione, come nei mesi scorsi, in sede europea non è facile, ma a questo punto potrebbe essere invocata una clausola di rischio sistemico e di instabilità finanziaria.

L’Europa dovrà probabilmente considerare che, dopo Brexit, un’altra ondata di instabilità che investisse il sistema bancario rappresenterebbe il rischio di uno shock ulteriore per tutti i mercati europei.

Altri partecipanti al forum di Sintra, che preferiscono non essere citati per la delicatezza della situazione, sostengono che, mentre i riflettori dei mercati sono puntati sulle banche italiane a causa del peso degli Npl, il sistema bancario europeo ha altri “elefanti nella stanza”, come Deutsche Bank, con il suo problema irrisolto di prodotti derivati la cui situazione peggiora in una situazione di bassi tassi d’interesse.

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