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Accantonamenti anche per i crediti «in bonis»

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Accantonamenti anche per i crediti «in bonis»

  • –Nicola Cavalluzzo

La questione contabile in fondo appare semplice: distinguere le perdite attese sui crediti non ancora in sofferenza dalle perdite con sofferenze già palesatesi. Il problema finanziario che ne deriva però è decisamente meno semplice da gestire: distinguendo queste due tipologie di perdite e dovendo procedere a svalutazioni (e ai relativi accantonamenti) su entrambe, anziché solo sulle seconde come accade oggi, le banche italiane potrebbero trovarsi a dover conteggiare costi extra (per quanto ora pienamente deducibili) decisamente elevati.

Per questo Abi e Banca d’Italia nei prossimi mesi manterranno un’attenzione alta sull’implementazione del nuovo standard contabile Ifrs 9 che, dal 1° gennaio 2018, sostituirà lo Ias39 determinando un cambiamento drastico e potenzialmente di grande impatto nelle tecniche di contabilizzazione degli strumenti finanziari e in particolare sul perimetro sensibile dei finanziamenti a medio-lungo termine a imprese e famiglie.

In effetti, dopo lo scoppio della crisi finanziaria l’International Accounting Standards Board (Iasb) è intervenuto per adeguare e rafforzare le regole di rilevazione degli strumenti finanziari. Il 24 luglio 2014, in particolare, lo Iasb ha emanato lo standard Ifrs 9 (adesso in attesa del regolamento Ue di recepimento formale), in sostituzione allo Ias 39.

Le modifiche apportate constano nell’introduzione di un nuovo modello di classificazione e misurazione degli strumenti finanziari, nell’adozione di un nuovo criterio di valutazione delle perdite attese, nonché nella definizione di nuove regole di rilevazione degli strumenti di copertura.

Il nuovo modello di classificazione vuole permettere ai destinatari dei bilanci di avere a disposizione un maggior numero di informazioni, utili per prendere decisioni economico-finanziarie sulla base dell’ammontare e dei rischi degli strumenti finanziari. In base al nuovo standard la valutazione degli strumenti finanziari viene effettuata alternativamente al costo ammortizzato o al fair value in relazione al modello di business perseguito dalla società e la riclassificazione in un’altra categoria rispetto a quella iniziale è ammessa solo se questo modello subisce delle modifiche.

La crisi finanziaria e la recessione, con il peggioramento delle condizioni dei destinatari di finanziamenti e mutui, era rappresentata solo parzialmente nei bilanci, in quanto secondo lo Ias 39, la rilevazione delle perdite deve avvenire solo al momento della loro manifestazione.

Il principio Ifrs 9 introduce, invece, un modello contabile che permette di prevedere in anticipo le perdite future sui crediti. In quest’ottica le banche non dovranno più limitarsi a distinguere tra crediti “buoni” e crediti non performing, ma dovranno prevedere accantonamenti anche per una terza categoria di crediti: quelli ritenuti in bonis, ma che evidenziano un sensibile incremento di rischio rispetto alle condizioni iniziali. Una previsione che andrà fatta tramite stime basate su vari parametri relativi all’intera durata di ogni singolo credito.

In merito alla gestione del rischio derivante dalla detenzione di strumenti finanziari, il principio Ifrs 9 identifica tre diverse tipologie di relazione di copertura: coperture di fair value, coperture di flusso finanziario e coperture di un investimento netto in una gestione estera. La banca dovrà sempre predisporre una specifica e formale documentazione, che descriva le strategie, gli obiettivi del tipo di copertura posto in essere e i rischi che si intendono coprire.

Così per i crediti in bonis con merito creditizio stabile la perdita attesa andrà calcolata su un orizzonte temporale di 12 mesi mentre per i crediti in bonis ma con merito creditizio sensibilmente peggiorato (ad esempio per il manacato pagamento di una o due rate) la perdita andrà commisurata sulla durara residua del finanziamento, analogamente ai crediti deteriorati.

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