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Lavoro, a maggio 21mila occupati in più

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Lavoro, a maggio 21mila occupati in più

  • –Giorgio Pogliotti

ROMA

Dal mercato del lavoro arrivano segnali di assestamento. A maggio si conferma una tendenza al miglioramento, rispetto a un anno fa si registrano 299mila occupati in più - la gran parte dei quali (248mila) stabili - 175mila disoccupati in meno e 305mila inattivi in meno. Nel confronto congiunturale, per il terzo mese consecutivo, crescono gli occupati - anche se a un ritmo inferiore, visto che parliamo di 21mila persone occupate in più tra aprile e maggio -, calano i disoccupati (-24mila) e gli inattivi (-27mila).

L’osservatorio dell’Istat evidenzia che a maggio la crescita degli occupati rispetto ad aprile interessa le donne, anche se il divario di genere resta molto ampio con l’occupazione maschile al 66,4% (+0,1%) e quella femminile ferma al 47,9% (+0,2%) con un tasso occupazionale complessivo del 57,1% (+0,1% su aprile e +0,3% su maggio 2015). Il tasso di disoccupazione all’11,5% cala di 0,1 punti sia per gli uomini (10,7%)che per le donne (12,7%), e scende dello 0,2% su maggio 2015. Le differenze di genere emergono anche dal dato relativo al tasso di inattività che scende al 35,3%, ma se per le donne si attesta ancora al 45,1% (-0,1%) tra gli uomini è al 25,4% (invariato). «Da febbraio 2014 a oggi in Italia gli occupati sono cresciuti di 497mila unità - commenta il premier Matteo Renzi -. L’80% di questi sono contratti a tempo indeterminato». Sono gli effetti del Jobs act per Renzi che riconosce «si possa e si debba fare sempre di più», ma avverte «i numeri parlano chiaro e sono più forti di qualsiasi polemica». Anche per il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti «i dati di maggio, dopo quelli di marzo e aprile, confermano il miglioramento della situazione dell’occupazione e una maggiore fiducia per le prospettive del mercato del lavoro». Il vicepresidente di Confindustria, presidente dei Giovani imprenditori, Marco Gay, sottolinea come «i dati con segno positivo sul fronte dell’occupazione sono la conferma che non possiamo restare fermi, ma che si può crescere solo attraverso l’innovazione». Per Marco Leonardi, consigliere economico di palazzo Chigi, «i dati dell’Istat sono positivi, il trend riprende a crescere»; sulla stessa lunghezza d’onda Carlo Dell’Aringa (Pd): «Il mercato del lavoro si sta assestando nonostante un Pil fiacco. Attenzione però: ora va resa strutturale la decontribuzione e le risorse sulle politiche attive vanno aumentate». Il fenomeno del calo della disoccupazione interessa più in generale l’Europa, come certifica Eurostat che evidenzia a maggio nell’Eurozona un tasso del 10,1% (contro il 10,2% di aprile) e nella Ue a 28 all’8,6% (dall’8,7%). Per l’Italia oltre al dato dell’occupazione femminile, preoccupa la disoccupazione giovanile al 36,9%, rimasta invariata rispetto ad aprile ed in calo dell’1,8% su maggio 2015. Dal tasso di disoccupazione sono esclusi i giovani inattivi che nella maggior parte dei casi sono impegnati negli studi: l’incidenza dei giovani disoccupati sulla fascia d’età tra 15 e 24 anni è del 9,7 per cento. Fatta questa premessa, l’Italia comunque occupa le ultime posizioni nella graduatoria europea, considerando che il tasso di disoccupazione giovanile è del 18,6% nella Ue a 28 e del 20,7% nella zona euro.

Sul fronte politico per Maurizio Sacconi (Ap) «l’Istat conferma la ripresa dell’occupazione anche se permane il pesante differenziale con il tasso medio europeo». Mentre dall’opposizione, per Renato Brunetta (Fi) «con il dimezzamento degli incentivi si sta svuotando il Jobs Act di Renzi e si conferma un Flop Act. L’occupazione segue l’economia che va male». La Cgil critica il Jobs act e ieri ha depositato in Corte di Cassazione 1,1 milioni di firme per ciascuno dei tre referendum sulla cancellazione dei voucher, la reintroduzione della piena responsabilità solidale in tema di appalti, una nuova tutela reintegratoria nel posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo per tutte le aziende sopra i cinque dipendenti. Dal sindacato per Gigi Petteni (Cisl) «dobbiamo continuare a rendere più vantaggioso il costo del lavoro stabile ed avviare serie politiche attive per non lasciare solo chi perde il lavoro». Per Guglielmo Loy (Uil) «siamo al terzo mese consecutivo con una crescita dell’occupazione da “zero virgola».

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