La Borsa è una grande innovazione nella storia economica dell'umanità. È la traduzione pratica di due altrettanto grandi invenzioni: la condivisione del rischio, parcellizzato fra tanti proprietari/imprenditori, o, se vogliamo, azionisti. E la separazione fra i beni personali e i beni societari, ciò che permette all'intrapresa di dispiegarsi senza il rischio che un eventuale fallimento possa portare via la casa all'audace imprenditore. C'è, insomma, una mano invisibile anche nella Borsa. Le compravendite, le analisi delle azioni, le sottoscrizioni, le scalate, le Opa e le Ipo conducono il risparmio verso gli investimenti più redditizi, incanalano le risorse verso gli usi migliori, senza nessun “Grande vecchio” che faccia da regista delle operazioni. Fin qui, la teoria.

Ma, così come la mano invisibile della concorrenza ha bisogno della ‘mano visibile' delle autorità che impediscano cartelli o accordi sottobanco, anche per la Borsa è indispensabile, una ‘mano visibile' che difenda i risparmiatori da malversazioni di vario genere. Adam Smith, il padre fondatore della scienza economica, scrisse : «Quelli che fanno lo stesso mestiere di rado si incontrano, foss'anche per divertirsi, ma se si trovano assieme la conversazione volge sempre in una cospirazione contro il pubblico o in qualche modo di alzare i prezzi». Ogni Paese ha quindi un ‘mano visibile', un'autorità che difende la Borsa da scorrerie. Ma si tratta sempre di un giuoco di guardie e ladri, turata una falla se ne apre un'altra. Non ci sono solo i rischi esterni. Ci sono anche quelli interni all'animo del singolo investitore. L'uomo – lo hanno dimostrato molti esperimenti – non è un'animale solo razionale e anche in quelle decisioni – dove e come investire – dove la ragione dovrebbe guidare le scelte, il Dna dell'homo sapiens porta spesso a euforie, bolle e crolli. L'educazione finanziaria – ce n'è un gran bisogno in Italia – può aiutare, e chi voglia limitare i rischi può ‘comprare gli indici' (Etf) invece delle singole azioni. Il rischio tuttavia rimane, ma di chi rischia e arrischia il sistema economico avrà sempre bisogno.

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