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Appalti, nel mirino anche la Pedemontana

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la società autostradale

Appalti, nel mirino anche la Pedemontana

(Ansa)
(Ansa)

MILANO - Appalti dove la corruzione è stata, secondo gli inquirenti, già evidenziata - come quella sul call center dell'Inps - e appalti dove occorrerà ancora fare approfondimenti - come quello bandito nel 2009 da Poste italiane. E, in aggiunta, filoni di indagine che stanno uscendo dalla Capitale per dirigersi altrove - come quello che potrebbe riguardare la Pedemontana, società autostradale controllata dalla Serravalle.

È dunque molto vasta l'inchiesta “Labirinto”, coordinata dalla procura di Roma e dal nucleo Valutario della Gdf, che due giorni fa ha portato all'arresto di 24 persone con l'accusa a vario titolo di corruzione, traffico illecito di influenze, frode fiscale, riciclaggio e ricettazione (e persino finanziamento illecito ai partiti). Le indagini durano da tre anni ed è, per l'appunto, un labirinto.
Nel mirino non c'è solo la galassia delle 22 finte società create da Alberto Orsini con una serie di prestanomi, che servivano a fatturare fittiziamente alle aziende servizi creando 13 milioni di nero, all'interno di una rete di rapporti politici che sarebbero anche serviti a trovare lavoro e scambiarsi i favori (si legga articolo sopra). Ma ci sono anche gli appalti e i subappalti delle grandi società pubbliche.

Le indagini su Inps e Poste
Gli inquirenti li definiscono veri e propri «cliché», anche qualora i reati di corruzione non siano del tutto provati. Si parla cioè di bandi di gara caratterizzati, nella migliore delle ipotesi, da scarsi controlli da parte della stazione appaltante.
Nel caso della gara dell'Inail e dell'Inps per il contact center aggiudicato a Rti Transcom Worldwide, il bando da 148,6 milioni è stato più volte prorogato nell'ambito del 2009, con «procedure di rinnovo» messe sotto la lente degli inquirenti. Si parla anche della possibilità di ritirare la propria offerta, nelle more della comunicazione di proroga dei termini, e di presentarne una nuova. In questo caso è stato trovato un presunto corrotto, Vittorio Crecco, ex dg dell'Inps.
In altri appalti invece si dovranno fare ulteriori approfondimenti per capire l'accaduto e magari tentare di vincere la corsa contro la prescrizione.
Ecco l'esempio più eclatante. Negli atti viene evidenziato l'appalto di Poste italiane del 2009, aggiudicato a Cad It, per un centinaio di milioni. L'obiettivo è affidare la costruzione della nuova piattaforma informatica per la società di cui era allora amministratore delegato Massimo Sarmi (che non risulta indagato). Proprio con Sarmi il faccendiere Raffaele Pizza (finito in custodia cautelare in carcere), intercettato dagli uomini del Valutario, vanta più volte con i suoi interlocutori familiarità e potere di intervento. «Io - dice ad un certo punto - sono l'unico che può fare le cose con Sarmi forse voi non lo capite...se gli dico una cosa la fa...».
Il bando viene vinto dalla Cad It già presentando all'inizio una subfornitura, quella della Piao snc di Alberto Orsini. Subfornitura costata 420mila euro più Iva, motivata da «generiche richieste di studio dei sistemi di tassazione di diversi paesi esteri, tra i quali il Sud Africa, il Regno Unito e gli Emirati Arabi».
Negli atti viene sottolineato anche che la «forma linguistica è talmente impropria ed approssimativa da risultare inverosimile che tali documenti possano essere stati redatti per prestare un'effettiva attività di consulenza a favore della Cad It, e soprattutto che per un simile scadente lavoro la società possa aver corrisposto compensi dell'importo sopra indicato. Del tutto generica è peraltro la documentazione predisposta dalla Pao per la partecipazione alla gara». Questo significherebbe, in buona sostanza, che la stazione appaltante ha chiuso un occhio di fronte all'offerta vincitrice. Gli inquirenti dovranno fare altre valutazioni. Sarmi risponde che «tutto è stato fatto con correttezza».
Negli atti dell'inchiesta vengono inoltre citate varie attività finanziarie svolte dalle banche. Si potrebbe supporre che ci siano state forme di connivenza con funzionari o direttori di filiali nella creazione di fondi neri da parte delle società di Orsini e nella parcellizzazione del denaro che doveva tornare indietro alle aziende.

La Pedemontana nel mirino
Un mese fa gli uomini del Valutario hanno fatto visita agli uffici di Asam, la holding che detiene le quote di maggioranza della società autostradale Serravalle, che ha sede a Milano. L'Asam era fino a 2 anni fa controllata dalla provincia di Milano, ora è in mano alla Regione Lombardia (prima che passi alla città metropolitana di Milano, come previsto dalla legge). Qui gli inquirenti avrebbero cercato documenti relativi alla nomina di Massimo Sarmi come ad di Serravalle e della controllata società stradale Pedemontana, avvenuta due anni fa, per volontà dei vertici della Regione Lombardia. Il manager, da poco pensionato, ha avuto un incarico pubblico in Lombardia dopo aver lasciato Poste.
Dopo aver controllato i documenti di Asam, i finanzieri sono andati direttamente negli uffici della Pedemontana, e qui avrebbero sequestrato materiale relativo agli ultimi appalti. Pedemontana ha affidato il secondo lotto dell'opera ad un raggruppamento di imprese guidato dall'austriaca Strabag per 1,7 miliardi, ma adesso ne sta chiedendo 2,5 per via degli extra costi sopraggiunti. È in corso un contenzioso con Pedemontana su questo punto. E potrebbe nascerne un nuovo filone di indagine.

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