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Dacca, il ritorno a casa delle nove vittime italiane

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Dacca, il ritorno a casa delle nove vittime italiane

  • –Manuela Perrone

ROMA

Nove bare avvolte nel tricolore, i familiari impietriti dal dolore ad accoglierle, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni a onorarle in rispettoso silenzio a nome del Paese e del governo. Ieri alle 19 all’aeroporto di Ciampino è atterrato il volo dell’aeronautica militare con a bordo le salme delle vittime italiane dell’attentato di venerdì a Dacca, in Bangladesh: Adele Puglisi, Marco Tondat, Claudia Maria D’Antona, Nadia Benedetti, Vincenzo D’Allestro, Maria Rivoli, Cristian Rossi, Claudio Cappelli e Simona Monti. Ogni feretro è stato trasportato a spalla sui carri funebri e, dopo un breve corteo sulla pista, è stato benedetto dal cappellano militare. Tra i sacerdoti presenti c’era don Luca Monti, fratello di Simona, uccisa al quinto mese di gravidanza.

È stato il giorno della commemorazione, dell’abbraccio di uno Stato che piange. Mattarella, che dopo l’attentato ha interrotto il suo viaggio in America Latina, ha avuto un colloquio con i familiari, lontano dalle telecamere. Nessuna parola in pubblico ma, dal Messico, prima di partire, la constatazione che «questo evento luttuoso ha gettato sull’Italia un’ombra di tristezza». E l’esortazione a una risposta globale, a «un’alleanza della comunità internazionale contro la barbarie» per «far vincere il rispetto della vita contro la cultura della morte». Da parte sua, Gentiloni ha annunciato di aver assunto con Mattarella l’impegno «doveroso» del governo «ad assicurare che i benefici previsti dalla legge per le vittime del terrorismo si applichino ai nostri caduti all’estero».

Camera e Senato hanno ricordato le vittime con un minuto di silenzio. La presidente di Montecitorio Laura Boldrini ha invocato «fermezza» contro «chi attenta ai nostri valori fondanti». A Palazzo Madama Pietro Grasso ha biasimato i carnefici, «spietati esponenti dell’estremismo violento che cerca di minare i diritti e i valori della pacifica convivenza delle culture». Terroristi istruiti e benestanti, segno che la violenza prospera anche lontano dall’area dell’emarginazione e del disagio. «Una violenza terroristica così sanguinaria è sempre stata l’anticamera della guerra, di una guerra che oggi sarebbe spaventosa e che il mondo deve impedire con ogni mezzo», ha osservato il capogruppo dei senatori Pd Luigi Zanda. Mentre il presidente dei deputati leghisti Massimiliano Fedriga ha invitato a passare ai fatti: «Deve finire l’epoca delle lacrime e delle condoglianze e deve cominciare una stagione che con atti concreti contrasti il fondamentalismo islamico».

In Bangladesh, intanto, continuano le indagini sulla strage costata la vita a venti civili, costellata da tanti punti oscuri. Mentre il governo bengalese insiste sulla pista del terrorismo interno escludendo la regia dell’Isis, la polizia ha reso noto di aver ucciso per errore un ostaggio, un pizzaiolo bengalese, durante il blitz all’Holey Artisan Bakery. La lista dei sospettati si è allungata e sono stati eseguiti nuovi fermi: il padre e il fratello di Shafiqul Islam Uzzal e i genitori di Khairul Islam alias Badhan, due dei membri del commando rimasti uccisi. Resta in detenzione l’unico miliziano sopravvissuto e due degli ostaggi scampati al massacro. Sorvegliato speciale è il docente universitario Hasnal Karim, che ha spiegato di trovarsi al ristorante per festeggiare il compleanno della figlia. Ma l’uomo - che ha studiato e vissuto a Londra per più di dieci anni e ha insegnato alla North South University di Dacca, frequentata da uno dei terroristi uccisi - aveva perso il lavoro perché sospettato di fiancheggiare un gruppo della galassia fondamentalista. Ad allarmare, un foglio con il suo indirizzo trovato nella tasca di un miliziano e un filmato in cui sembra che stia parlando con un membro del commando durante il sequestro.

Per tentare di fare chiarezza, si muove anche l’Italia, dove la procura di Roma ha aperto un’inchiesta e a breve potrebbe chiedere sia copia degli atti, tramite rogatoria internazionale, sia la facoltà di interrogare il terrorista arrestato. Dopo la cerimonia a Ciampino, i carri funebri si sono diretti al Policlinico Gemelli dove oggi saranno eseguite le autopsie.

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