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Prescrizione, Ncd vuole la norma «acceleratoria»

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processo penale

Prescrizione, Ncd vuole la norma «acceleratoria»

Resta caldo il fronte della prescrizione all’interno della maggioranza. Mentre il ministro della Giustizia Andrea Orlando ostenta fiducia su un possibile accordo in vista della prossima settimana, quando cominceranno le votazioni in commissione Giustizia, al Senato, sulla riforma del processo penale, Ap-Ncd fa invece sapere che al momento l’accordo «è bloccato» perché il Pd non vuole accettare una norma che gli alfaniani definiscono «acceleratoria» ma che già alcuni magistrati (alle prime indiscrezioni) bollano come «sabotatrice» del processo.

Lo schema su cui si sta ragionando prevede anzitutto che il “bonus” della sospensione della prescrizione dopo la condanna di primo grado diventi di 18 mesi sia in appello che in Cassazione, e questa è già una prima vittoria di Ap-Ncd poiché il testo approvato dalla Camera prevede invece, rispettivamente, due anni e un anno di sospensione. Ma il Centrodestra alza ancora l’asticella e chiede di prevedere che, se entro quei 18 mesi non si arriva a sentenza, il “bonus” si azzeri e il relativo periodo entri nel computo della prescrizione. Supponiamo, ad esempio, che il reato per il quale si procede si prescriva in 7 anni e mezzo, che la condanna di primo grado arrivi dopo 6 anni (ne resta uno e mezzo) e che l’appello si concluda in 18 mesi (il tempo del bonus) più un giorno: con il testo-Camera si potrebbe tranquillamente andare in Cassazione e arrivare a sentenza definitiva entro 18 mesi; con la «norma acceleratoria» di Ap-Ncd, invece, il giudice d’appello sarebbe costretto a dichiarare subito la prescrizione perché, con lo sforamento di un giorno del bonus, i 18 mesi verrebbero interamente calcolati nella prescrizione, che a quel punto sarebbe interamente consumata.

Bisognerà vedere se e come, nei prossimi giorni, quest’ostacolo verrà superato: se con un passo indietro di Alfano o con un passo avanti del Pd e di Orlando, oppure con un nuovo schema. Fra l’altro, pezzi del Pd sono critici con il testo-Camera quanto il Centrodestra. Che al momento ha già incassato anche un’altra modifica rispetto al testo-Camera riguardante i tre reati di corruzioni (propria, impropria, giudiziaria) per i quali era stato previsto un quasi raddoppio dei termini, frutto dell’aumento della metà del termine iniziale di prescrizione (articolo 151 Cp) più l’aumento di un quarto previsto dall’articolo 161 quando iniziano le indagini. Ap-Ncd ha chiesto (e ottenuto) di cancellare dall’articolo 157 l’aumento della metà e di prevedere soltanto l’aumento di un terzo (invece che di un quarto) nell’articolo 161. Con il risultato che, nel caso ad esempio della corruzione propria, la prescrizione scenderebbe da 18 anni e 3 mesi a 13 anni e 3 mesi.

Si continuerà a trattare nelle prossime ore. Nel frattempo in commissione prosegue con sedute notturne l’illustrazione degli emendamenti, mentre dalla Commissione Affari costituzionali è arrivata una raffica di pareri negativi su tutti gli emendamenti (come quello dei relatori Casson-Cucca) che fanno decorrere la prescrizione dall’acquisizione della notizia di reato, in quanto contrastante con la ragionevole durata del processo. Non sono pareri vincolanti ma potrebbero diventare un ostacolo qualora gli emendamenti non fossero ritirati. Intanto i 5 Stelle attaccano Orlando per aver dichiarato che la maggioranza presenterà proposte di modifica al testo sulla prescrizione. «Tutto questo significa - dice Enrico Cappelletti, capogruppo in commissione - che la riforma sarà scritta da Alfano, al centro dello scandalo sulle assunzioni a Poste italiane, e da Verdini, mentre la proposta del relatore Casson, del Pd, che coincide con quella del M5S verrà definitivamente abbandonata».

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