Italia

Ristrutturazioni edilizie in frenata: - 2,8 miliardi nel 2015

  • Abbonati
  • Accedi
ecobonus

Ristrutturazioni edilizie in frenata: - 2,8 miliardi nel 2015

Investimenti in ristrutturazioni edilizie in leggero calo tra il 2013 e il 2015. Il dato è stato reso noto questa mattina da Cna, nel corso di una conferenza stampa alla Camera. Se nel 2013 gli interventi sostenuti da detrazioni fiscali avevano sfondato il muro dei 30 miliardi di euro, alla fine dello scorso anno ci siamo attestati intorno ai 27,5 miliardi di euro, poco sotto il livello del 2014 (27,7 miliardi). Così, anche se i dati del Cresme fanno registrare una nuova fiammata a inizio 2016 (+37,9% nei primi quattro mesi), la maggioranza comincia a interrogarsi su un possibile tagliando a queste fortunatissime detrazioni fiscali. Nasce da questo la proposta di legge Pd, con prima firmataria Sara Moretto, che punta a coinvolgere banche e intermediari finanziari negli interventi di ristrutturazione, per allargare la base dei soggetti beneficiari, con l'inclusione di incapienti e cittadini a basso reddito. L'idea è di lavorare per farla confluire nella prossima legge di Stabilità.

Ristrutturazioni in frenata
I dati di Cna, nello specifico, misurano le spese per ristrutturazioni sostenute da famiglie e imprese nel quadro delle detrazioni fiscali. L’andamento degli ultimi anni dice chiaramente, secondo l'associazione, che i bonus stanno perdendo un po' di spinta. Il picco è stato toccato nel 2013 (30,3 miliardi di euro), con un boom rispetto al 2011 e al 2012, quando ci eravamo attestati tra i 16 e i 19 miliardi di investimenti. Dal 2014 è arrivato un leggero calo (27,7 miliardi), confermato durante l'anno successivo (27,4 miliardi di euro). Insomma, anche se i segnali di inizio 2016 sono positivi, bisogna interrogarsi su una possibile evoluzione degli sconti fiscali.

La proposta di legge Pd
Lo schema della proposta Moretto (Pd) prevede la possibilità di cedere l'importo delle agevolazioni fiscali a banche e intermediari finanziari. Quindi, i cittadini non dovranno più attendere i dieci anni di recupero rateale in dichiarazione dei redditi, ma potranno subito ottenere liquidità che sarà utilizzata per pagare l'impresa. La sostanza è che, anziché pagare l'intero importo dei lavori di ristrutturazione, verrà versata all'impresa solo la quota non coperta da detrazioni.

Operazioni più convenienti
L’obiettivo è di rendere le operazioni generalmente più convenienti rispetto a oggi ma, allo stesso tempo, di includere nella platea degli sconti soggetti che oggi non ne possono beneficiare. Sono gli incapienti, che non hanno possibilità di recuperare la loro spesa in dichiarazione dei redditi: in ballo ci sono tre milioni di pensionati e 5 milioni di lavoratori dipendenti. Secondo i calcoli di Cna, questa misura potrebbe produrre un incremento di spesa per lavori edili pari a 5 miliardi di euro, con la creazione di circa 24mila posti di lavoro nel primo anno di applicazione.

Moretto: emersione del sommerso
«Oggi – spiega Moretto - lo strumento delle detrazioni fiscali sconta il limite della durata nel tempo della loro effettiva fruizione ed esclude totalmente le fasce incapienti, ovvero i soggetti a più basso reddito. Non va sottovalutato inoltre l’effetto di porre un freno al ricorso al lavoro nero che ancora oggi offre la percezione di una convenienza più immediata, preferibile al rimborso decennale. Rimane infatti ancora attrattivo, per alcuni, lo sconto immediato in cambio di una parziale non fatturazione dei lavori. La proposta mette in campo un'opportunità che intende superare questi limiti».

Maggiori entrate per 450 milioni
Il carico per le casse dello Stato sarebbe pari a circa 100 milioni di euro, con la possibilità di mobilitarne 450 di maggiori entrate. «Ci aspettiamo un iter parlamentare favorevole e veloce - dichiara il presidente della Cna Daniele Vaccarino -. Bisogna mettere in campo strumenti e soluzioni che consentano all'edilizia di uscire definitivamente da una crisi dolorosissima. Questa proposta rappresenta una leva potente per rimettere in moto il mercato, aprendo le porte a lavori che calzano perfettamente alla taglia delle micro e delle piccole imprese». La proposta sarà incardinata in commissione Finanze, ma il vero obiettivo è fare confluire i suoi principi nella prossima legge di Stabilità.

© Riproduzione riservata