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Orsini collabora, Pizza non risponde al gip

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Orsini collabora, Pizza non risponde al gip

ROMA - Raffaele Pizza si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il presunto «faccendiere», agli arresti da lunedì scorso con altre 23 persone, non ha voluto chiarire la sua posizione nell’interrogatorio di garanzia di ieri, che si è svolto davanti al giudice per le indagini preliminari Giuseppina Guglielmi.

Il suo ruolo, come «promotore e organizzatore» di una ipotizzata associazione per delinquere, risulterebbe nitido per la Procura di Roma. Il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il sostituto Stefano Rocco Fava hanno ricostruito una rete di rapporti di cui Pizza - forte dei suoi paventati contatti con politici di primo piano, come il ministro dell’Interno Angelino Alfano - sarebbe stato il grande manovratore. Il nucleo valutario della Guardia di finanza, al comando del generale Giuseppe Bottillo, ha disegnato la mappa delle sue presunte «influenze» sugli assetti politici, intelligentemente sfruttati per ottenere un ruolo di primo piano nel valzer delle nomine nelle società pubbliche strategiche, quelle in grado di muovere milioni di euro con appalti. Ed è proprio nella sua scheda investigativa che è illustrato il suo presunto ruolo di «burattinaio», in quanto è indicato come un soggetto in grado di «condizionare le scelte politiche di nomina dei manager e dei dirigenti pubblici, ottenendo poi da costoro l’indizione di gare pubbliche e la loro aggiudicazione a imprese “vicine” che, a loro volta, subappaltavano fittiziamente in parte le commesse a società del sodalizio». Lo scopo sarebbe stato quello di incamerare «ingenti somme di denaro pubblico senza realizzare alcun lavoro».

Sotto la presunta sopraffazione di questa associazione sarebbero finiti Inps, Inail, ministero della Giustizia, ministero dell’Istruzione, Poste Italiane e Consip. Ma anche l’Agenzia delle entrate, vittima in quanto due suoi dipendenti sono accusati di aver ottenuto tangenti per fare controlli fiscali di comodo. Le informative giudiziarie illustrano anche gli stretti rapporti che Pizza avrebbe tentato di sfruttare per i suoi tornaconti.

È il caso del manager Massimo Sarmi, ex ad di Poste, che, per le Fiamme gialle, sarebbe passato alla guida di Milano Serravalle-Milano Tangenziali spa grazie all’intermediazione politica di Pizza e Davide Tedesco, collaboratore di Alfano, in cambio dell’assunzione in Poste di Alessandro Alfano, fratello del ministro.

Sotto la lente degli inquirenti ci sono anche i rapporti di Pizza con Roberto Rao - consulente del ministro della Giustizia Andrea Orlando - che avrebbe cercato di sfruttare per le sue mire legate alla diffusione negli uffici giudiziari italiani del software Tiap, un programma di gestione dei documenti giudiziari messo a punto dall’imprenditore Gianni Nastri, di Siline spa, e ceduto a titolo gratuito al ministero nel 2003. «Quando sarà in condizione di sostenere un interrogatorio - hanno commentato i suoi legali, gli avvocati Antonio Villani e Michele Montesoro - si metterà a disposizione degli inquirenti. Al momento la scelta di non rispondere è dettata dall’esigenza di analizzare con più calma l’intero quadro di accuse della Procura».

Diversamente da Pizza, ha deciso di rispondere alle domande del gip il consulente fiscale Alberto Orsini, sospettato di essere il manovratore dei conti della presunta associazione per delinquere. Orsini, che condivide gli avvocati con Pizza, avrebbe già chiarito alcuni fatti. Ha illustrato il suo ruolo di consulente fiscale, che svolge anche per altre società. Gli avvocati hanno annunciato che Orsini intende essere ascoltato nuovamente ma dai pm.

Intanto il ministero della Giustizia ha voluto smentire la ricostruzione contenuta nelle informative investigative, secondo cui Nastri - l’amministratore della società Siline che voleva far estendere a tutti gli uffici giudiziari italiani il software Tiap di cui poi avrebbe gestito la manutenzione - ha incontrato nel 2015 Matteo Bianchi, attuale caposegreteria del ministro Orlando ed ex segretario particolare. Bianchi ha escluso «di aver mai incontrato queste persone, così come di aver voluto da loro informazioni sul Tiap».

AGGIORNAMENTO DEL 14 MARZO 2017
Con provvedimento 20 gennaio 2017, il procedimento nei confronti di Giovanni Nastri è stato archiviato su conforme richiesta del PM per insussistenza dei fatti