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Boldrini inaugura la Sala delle Donne: «Sui diritti molta strada…

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Alla camera

Boldrini inaugura la Sala delle Donne: «Sui diritti molta strada ancora da fare»

«Visto la presenza maschile, abbiamo voluto riequilibrare un po' le cose tenendo conto delle tante donne autorevoli della nostra Repubblica. Abbiamo, quindi, pensato alle prime donne, che per la prima volta hanno avuto ruoli e incarichi importati. E abbiamo iniziato dalle prime donne costituenti, che varcarono per la prima volta il portone di Montecitorio: erano motivate e coraggiose, erano delle pioniere». Così la presidente della Camera, Laura Boldrini, ha aperto oggi l'incontro «Dalle ragazze della Costituente alle ragazze di oggi» per l'inaugurazione della "Sala delle donne" di Montecitorio.
Ma prima dell'inizio dei lavori c'è stato un minuto di silenzio per le vittime dello scontro ferroviario in Puglia: « Vorrei che partecipassimo al dolore della Puglia, è una tragedia inammissibile» ha detto Boldrini.

Il nuovo spazio
Nella nuova sala - alla cui inaugurazione hanno partecipato anche il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi e Piero Fassino - ci sono i ritratti delle 21 costituenti; delle prime dieci sindache elette nel corso delle elezioni amministrative del '46; della prima presidente della Camera, Nilde Iotti; della prima ministra, Tina Anselmi; della prima presidente di Regione, Anna Nenna D'Antonio. Su una quarta parete ci sono degli specchi che indicano le tre cariche ancora mai ricoperte da una donna nel nostro Paese: presidente della Repubblica, presidente del Senato, presidente del Consiglio dei ministri.
Sotto gli specchi la scritta «potresti essere tu la prima»: una frase che vuole essere un'esortazione rivolta alle donne che visiteranno palazzo Montecitorio.

Il tweet della presidente della Camera, Laura Boldrini

Le prime costituenti «Sono state donne lungimiranti, anticonformiste - ha detto la Boldrini - che volevano contribuire a un Paese più giusto non solo dal punto di vista formale ma anche sostanziale. Una consapevolezza femminista che oggi, a volte, non ritroviamo. Se per femminismo si intende una società in cui uomini e donne hanno gli stessi diritti, tutti noi, uomini e donne, dovremmo essere femministi, augurarci una società in cui uomini e donne hanno gli stessi diritti».

«Molta strada ancora da fare»
Tracciando un bilancio dell'avanzamento della lotta per i diritti delle donne, la Boldrini ha sottolineato che "in questi 70 anni abbiamo fatto un lungo percorso, venivamo da un regime fascista che ci voleva donne e mogli senza nessun ruolo fuori, abbiamo fatto tanta strada ma ce ne resta ancora tanta da fare. Sono troppo poche le donne ai vertici delle aziende, nei ruoli decisionali ci sono poche donne, ci sono differenti retribuzioni tra uomini e donne, c'è la questione del linguaggio di genere».
La Boldrini, infine, ha ricordato che alla Camera le deputate hanno fatto "squadra" su temi che riguardano le donne, in particolare contro la violenza. A questo proposito, ha concluso, «è importante anche il disegno di legge sull'educazione di genere ora all'esame in commissione».

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