ROMA
Debutto soft al tavolo interistituzionale sul piano di rientro di Roma Capitale: la giunta Raggi, presente l’assessore al Bilancio Marcello Minenna, ha incassato da Palazzo Chigi il parere positivo sul rispetto dei vincoli 2015 e del cronoprogramma. «Una buona notizia», ha commentato la sindaca, consapevole però che il merito è della precedente amministrazione, come ha prontamente ricordato la capogruppo Pd all’assemblea capitolina, Michela Di Biase.
Il sì evita comunque partenze in salita e sconfessioni dell’ultim’ora per affrontare la gigantesca partita del debito da 12 miliardi che grava sulla capitale. La strategia di Raggi è nota: si punta a un audit per chiarirne la natura e poi a una rinegoziazione per ottenere tassi di interesse meno onerosi. Ma le urgenze adesso sono altre. È slittato ancora l’incontro in programma ieri tra Raggi e l’ex commissario straordinario del comune, Francesco Paolo Tronca, per procedere alla verifica di cassa. La richiesta di rinvio è arrivata dai collaboratori del prefetto: alla base ci sarebbe la necessità di procedere a un accertamento tecnico tra ragioneria e tesoreria del comune, a causa di un disallineamento dei dati necessari per procedere alla firma del verbale di cassa.
Il passaggio è cruciale per definire la dotazione di liquidità e l’effettivo equilibrio finanziario dell’ente e dunque completare la manovra di assestamento del bilancio, che secondo il bilancio varato lo scorso marzo dovrebbe prevedere 164 milioni di tagli e 500 milioni di investimenti. Ma le cifre sono tutte ancora allo studio. Nelle intenzioni della giunta, il documento dovrebbe essere adottato la prossima settimana per essere approvato dall’assemblea entro il 31 luglio. «Lo faremo nei termini di legge», ha garantito Raggi. La linea è la più classica del Movimento: stanare gli sprechi (1,2 miliardi gli sperperi individuati dal M5S quando guidava la Commissione speciale per la revisione e la razionalizzazione della spesa) e procedere con l’accetta.
Al lavoro su tutti i dossier è Minenna, nel mirino del Pd per la presunta incompatibilità del suo ruolo di assessore con quello di dipendente Consob. Convinto di aver agito nel rispetto delle norme, non si lascia intimidire. E ieri si è occupato dell’altra emergenza: i trasporti. Insieme all’assessora Linda Meleo e al consigliere Enrico Stefano, in predicato di diventare presidente della commissione Trasporti, ha incontrato a lungo i vertici Atac tra cui il dg Marco Rettighieri per fare il punto sui conti dell’azienda e il piano infrastrutturale. «La riunione - hanno spiegato gli assessori - è servita a sviluppare le prime possibili azioni di intervento per il miglioramento in termini di efficienza dell’azienda, sia sotto il profilo dei conti, sia sotto il profilo della programmazione». Obiettivo: restituire ai romani un servizio più idoneo alle loro esigenze. Passi in avanti anche sul fronte rifiuti, con nuove operazioni di pulizia straordinaria e la prima maximulta di 625 euro inflitta alla titolare di un negozio per aver lasciato a terra legnami e oggetti ingombranti.
Raggi, insomma, va avanti, forte del sostegno di Beppe Grillo e del direttorio. E il Movimento si prepara a farle scudo davanti alla tegola che si dà quasi per scontata: l’iscrizione nel registro degli indagati da parte della procura di Roma per le consulenze non dichiarate alla Asl di Civitavecchia. Per il suo caso la regola del sondaggio on line potrebbe essere ignorata. La partita romana vale troppo.
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