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Sotto accusa i controlli con il telefono

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Sotto accusa i controlli con il telefono

  • –Manuela Perrone

ROMA

Il baco nella sicurezza della tratta Corato-Andria non è tanto il binario unico, presente ancora in 2.700 chilometri di linea ferroviaria regionale in tutta Italia, quanto «il meccanismo del blocco telefonico, che lascia interamente all’uomo la possibilità di intervento». Non l’infrastruttura, ma la tecnologia. Parola del ministro dei Trasporti Graziano Delrio, intervenuto ieri alla Camera e al Senato per riferire sullo scontro tra due treni in Puglia costato la vita a 23 persone. E per sgonfiare le polemiche sui ritardi nell’ammodernamento della tratta, già finanziato dalla Ue. Con i Cinque Stelle che hanno alzato i toni: «Inaccettabile parlare di incidente».

A sottolineare la sicurezza del binario unico sono intervenuti in tanti, ieri: oltre a Delrio, anche l’Ad di Fs Renato Mazzoncini, secondo cui per migliorare efficienza e sicurezza bisogna puntare a una rete ferroviaria nazionale con l’integrazione della rete delle ferrovie in concessione governativa in quella delle Ferrovie dello Stato. Annunciando di nuovo la nomina di una commissione di inchiesta per fare luce sul disastro e garantendo piena collaborazione con gli inquirenti e la regione Puglia, Delrio ha comunque precisato che «non è il momento di scaricare le responsabilità, ma di stringerci e di recuperare i ritardi accumulati». Innegabili, perché «purtroppo in questo Paese non è mai stata fatta la cura del ferro», nonostante i 5 milioni di persone che si spostano sulle linee regionali per studio o lavoro. Perché la rete regionale è stata «la Cenerentola di questi anni». Perché le tecnologie di sicurezza adottate sono diverse, dal blocco conta-assi al controllo marcia-treno, fino al consenso telefonico basato sul dialogo tra capistazione, adottata in 600 chilometri su 2.700, che per il ministro è la più rischiosa. Anche se Massimo Nitti, il direttore generale di Ferrotramviaria Spa, la società che gestisce la tratta, sostiene che «è un regime che ha tutti i crismi della sicurezza».

Toccherà ai magistrati fare chiarezza. Il ministro ha rivendicato «l’inversione di tendenza» del governo Renzi con i 18 miliardi stanziati in due anni per il trasporto ferroviario e l’input a Ferrovie dello Stato perché investa sulle reti regionali. Al M5S che dal blog di Grillo accusa il governo di aver destinato con la legge di stabilità 2015 4,5 miliardi per la rete del Centro Nord e appena 60 milioni al Sud, il ministro ha replicato: «Non è vero. Il contratto di programma 2015 stanzia 9 miliardi, di cui 4,5 per la sicurezza, e una parte consistente è destinata alle reti regionali. Nel contratto di programma 2016, all’esame del Cipe, ci sono altre risorse sull’adeguamento tecnologico delle reti regionali». Che saranno potenziate con ulteriori 1,8 miliardi «già concordati con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti».

A Montecitorio sono volate parole grosse da parte del M5S, unica opposizione ad attaccare l’esecutivo. «Ministro, lei è il primo responsabile, politicamente, di questa tragedia», ha detto Giuseppe D’Ambrosio, autore nel 2013 di un’interrogazione sul mancato raddoppio della tratta Corato-Andria, finanziato già con i Fesr 2007-2013 ma “traslato” sulla programmazione 2014-2020 (la presentazione delle offerte scade il 19 luglio). Delrio è stato difeso dal Pd: «Parole indegne». Intanto, la commissione Bilancio ha preannunciato un emendamento al decreto enti locali in favore delle famiglie delle vittime e dei superstiti. Sabato i funerali. E oggi il presidente Sergio Mattarella potrebbe recarsi a Bari alla camera ardente.

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