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I pm: non solo errori umani

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I pm: non solo errori umani

  • –Vincenzo Rutigliano

ROMA

«Sarà fatta giustizia e andremo fino in fondo». Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha raccolto ieri a Bari le richieste dei familiari delle 23 vittime del disastro ferroviario di martedì in Puglia. Lontano dai riflettori, ha ascoltato parole di rabbia e di dolore. E ha assicurato la vicinanza dello Stato nella ricerca della verità. Ad accompagnarlo nella sua visita al Policlinico barese il procuratore aggiunto di Trani, Francesco Giannella, che coordina le indagini. Al momento i due capistazione di Andria e Corato, Vito Piccarreta e Alessio Porcelli, sono gli unici indagati nell’inchiesta della procura di Trani che procede per disastro ferroviario e omicidio colposo plurimo. Hanno nominato i loro difensori di fiducia e saranno presto interrogati dagli inquirenti per ricostruire cosa sia esattamente accaduto nella tarda mattinata del 12 luglio, a partire dall’ammissione del capostazione di Andria: «È vero, quel treno non doveva partire. E quella paletta l’ho alzata io».

Ma Giannella ha avvisato: «Parlare di errore umano è corretto, ma è assolutamente riduttivo». Ammettendo che gli aspetti tecnici hanno avuto il loro peso.

Non è un caso che il presidente Anac Raffaele Cantone abbia scelto di aprire il suo intervento alla presentazione della relazione annuale al Parlamento evocando le «lamiere accartocciate» e «le foto di persone sorridenti che hanno perso la vita» in Puglia. Nel mirino la difficoltà di «fare le infrastrutture»: un problema «atavico» del nostro Paese, anche a causa della corruzione. Nessuna volontà di collegare l’incidente al malaffare, ha precisato più tardi, ma la convinzione generale che «la corruzione impedisce di fare le infrastrutture». Blocca il Paese. Annulla gli sforzi messi in campo.

Il capitolo della relazione Anac dedicato alle grandi opere, anche ferroviarie, è eloquente: carenze nella progettazione, pioggia di varianti e riserve, lunghi e complessi contenziosi che paralizzano i cantieri, disfunzioni nei sistemi di affidamento al contraente generale. E poi ritardi, soprattutto al Sud, come quello che ha fatto slittare il raddoppio del binario nella tratta dell’orrore, approvato nel 2012 e finanziato dall’Unione europea con la programmazione dei Fesr 2007-2013. Di «difficoltà legate ai permessi» connessi agli espropri ha parlato l’Ue , ma i lavori continueranno: il termine per presentare le offerte proprio per la Corato-Andria si chiuderanno il 19 luglio.

Il ministro dei Trasporti Graziano Delrio, dall’assemblea Ance, non ha rinunciato a una nota polemica nei confronti dell’Europa: ««Si è discusso molto sul ritardo degli investimenti, ma quando le regioni discutono quattro anni con Bruxelles se il progetto va bene o va male, è ovvio che qualcosa non funziona». Poi ha assicurato: «Il nostro impegno a far ripartire i lavori pubblici è ancora più urgente». La burocrazia finisce nel mirino anche del sottosegretario al Lavoro Massimo Cassano, barese: «Quello che è accaduto è un errore della burocrazia italiana, non dei capistazione. Un errore di chi non ha fatto le gare». E il deputato pugliese Francesco Boccia (Pd) fa mea culpa: le «responsabilità morali - dice - ci coinvolgono tutti, politica e istituzioni in primis».

Domani alle 11 i funerali della maggior parte delle vittime ad Andria, celebrati dal vescovo.

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