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Sequestro Moro, per Ris e Commissione d'inchiesta il boss di…

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Novità sul rapimento di Aldo Moro

Sequestro Moro, per Ris e Commissione d'inchiesta il boss di ‘ndrangheta Nirta era in via Fani

Quell'uomo ritratto in una foto del 16 marzo 1978 mentre osserva tra la folla dei curiosi la Fiat 130 del presidente della Dc Aldo Moro, l'Alfa Romeo della scorta, i corpi dei carabinieri uccisi dalle Br, è Antonio Nirta, ‘ndranghetista di San Luca (Reggio Calabria).

A tirarlo in ballo per il caso Moro fu inizialmente il pentito di 'ndrangheta Saverio Morabito, secondo cui Nirta, detto ''due nasi'' per la sua confidenza con la doppietta, sarebbe stato confidente del generale dei carabinieri Francesco Delfino e uno degli esecutori materiali del sequestro di Moro. Verso la fine del 1992 Morabito, uomo di punta della 'ndrangheta, decise di collaborare con la giustizia e venne interrogato nel carcere di Bergamo dal sostituto procuratore della repubblica di Milano Alberto Nobili.

Ora la presenza della ‘ndrangheta nel sequestro di Moro torna alla ribalta dopo che il presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta Giuseppe Fioroni ha detto due giorni fa: «Possiamo affermare con ragionevole certezza che il 16 marzo del 1978 in via Fani c'era anche l'esponente della 'ndrangheta Antonio Nirta. Il comandante del Ris, Luigi Ripani ha inviato l'esito degli accertamenti svolti su una foto di quel giorno, ritrovata nell'archivio del quotidiano romano Il Messaggero, nella quale compariva, sul muretto di via Fani, una persona molto somigliante al boss Nirta. Comparando quella foto con una del boss, gli esperti sostengono che la statura, la comparazione dei piani dei volti e le caratteristiche singole del volto mostrano una analogia sufficiente per far dire, in termini tecnici, che c'è l'assenza di elementi di netta dissomiglianza».

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