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Controlli e regole, cinque priorità per evitare nuove tragedie

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Controlli e regole, cinque priorità per evitare nuove tragedie

  • –Giorgio Santilli

La tragedia ferroviaria pugliese ci lascia in eredità - oltre al dolore immenso e all’indignazione per sciagure che in un Paese civile non dovrebbero capitare - cinque questioni di politica dei trasporti da affrontare subito. La prima è la nascita di un’unificazione delle regole, degli standard e dei controlli per la sicurezza ferroviaria: basta reti di serie A (Fs-Rfi) e reti di serie B (una buona parte delle concesse). Questo significa, in concreto, non solo portare tutto sotto la competenza dell'Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria ma anche - ed è la seconda questione - mettere mano alle gestioni ferroviarie minori attuali dove non riescano a far stare in piedi conti e investimenti: imposti certi standard di sicurezza, se l’attuale gestore non riesce a farvi fronte, scatti l’obbligo di mettere a gara la gestione. In molti casi si faranno avanti le Fs o altre ferrovie europee, come quelle francesi. Terza questione: è ora il momento di affrontare il nodo dell’integrazione ferro-gomma del trasporto locale, aprendo le attuali gestioni frammentate a una cura che le unisca e razionalizzi, investendo sul miglioramento dei servizi e il potenziamento delle flotte. Bisogna darsi obiettivi europei e non tollerare più piccole gestioni che servono solo a mantenere rendite di posizione o qualche posto di consigliere. Anche qui, il teatro deve essere quello di una competizione di rango europeo. Quarta questione: approvazione rapida del decreto Delrio sulla riforma del trasporto locale (è uno dei provvedimenti attuativi della legge Madia). Bisogna finirla con le rendite regionali che hanno la maggiore responsabilità nello stato arretrato del nostro trasporto locale. Solo al quinto posto la questione infrastrutturale: perché è vero che la progettazione scarsa, la corruzione (come dice Cantone) e la frammentazione colpevole dei fondi Ue bloccano la realizzazione delle opere ma è altrettanto vero che non c’è bisogno di due binari su una tratta che non ha sufficiente traffico per giustificare l’investimento: ma iniezioni di tecnologie digitali e parziali raddoppi garantiscono livelli di sicurezza elevati e moltiplicano per dieci la capacità della infrastruttura esistente (numero dei treni/giorno). Abituiamoci a reclamare servizi e sicurezza prima ancora dei cantieri.

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