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Dossier Nell'era della conoscenza l'Italia ha carte da giocare

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Dossier | N. 25 articoliI grandi temi dell’economia spiegati con parole semplici dal Sole 24 Ore

Nell'era della conoscenza l'Italia ha carte da giocare

Oggi è di moda parlare di intelligenza artificiale e di come le nuove tecniche di “deep learning” creeranno macchine o software capaci di sostituire molti lavori e molte professioni. Simili preoccupazioni sono già emerse in passato, in relazione a ogni ondata di innovazioni tecnologiche, e forse le preoccupazioni di oggi si riveleranno un domani infondate. Ma in ogni caso è bene “corazzarsi” per chi deve scegliere un lavoro, e capire quali sono i “settori del futuro” che saranno (relativamente) immuni dalla concorrenza dei robot.Certamente il primo settore che salta alla mente è proprio il settore della produzione di robot e di programmi di intelligenza artificiale. Ma si tratta di sbocchi relativamente piccoli.Sbocchi più ampi stanno nella rivoluzione telematica, che permette gli acquisti online, l'e-commerce, e crea, oltre a Uber e Airbnb, tante altre realtà produttive. Tutto questo ha bisogno di applicazioni, e i creatori di app hanno davanti a sè opportunità sterminate.L'Italia ha tre vantaggi comparati per quanto riguarda le professioni del futuro. Da una parte, c'è l'immenso patrimonio culturale (uno dei pochi primati mondiali italiani è nel numero di siti “Patrimonio dell'umanità” dell'Unesco). Un patrimonio in cui investire – l'investimento in cultura, contrariamente a quanto molti credono, è un investimento ad alta redditività, sia pure indiretta – e la cui cura richiede servizi ad alta intensità di lavoro. Secondo, il turismo: è un settore in crescita, anche grazie alla riduzione del costo dei trasporti, e richiede anch'esso addetti che mal si prestano a essere robotizzati. In ogni caso, l'Italia continuerà a essere una delle grandi destinazioni del turismo internazionale.Terzo, le professioni di domani richiederanno meno catene di montaggio, meno uffici a spazio aperto con cento scrivanie, e più creatività artigianale. Settori in cui l'Italia può portare contributi che affondano le radici in antiche sapienze produttive. Perché non dare dignità terziaria a tante attività artigianali creando una “Università dei mestieri”?

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