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«Non ho falsificato i registri delle partenze»

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«Non ho falsificato i registri delle partenze»

  • –Vincenzo Rutigliano

andria

Nega l’alterazione dei registri delle partenze. Vito Piccarreta, il capostazione di Andria che ha ammesso di aver alzato la paletta verde e dato il via al treno che, da Andria, è andato incontro alla tragedia, non ha alterato il registro di viaggio della sua stazione. Davanti ai magistrati di Trani che lo hanno interrogato nella mattinata di ieri perché indagato, insieme ad altri 5, per il disastro ferroviario del 12 luglio (23 morti e 50 feriti), ha negato ogni responsbailità sul punto.Non è lui l’autore dell’alterazione fatta a penna sul registro proprio con riferimento all’orario di partenza. «Io non ho scritto questo», ha detto non appena i pm gli hanno mostrato il registro. E dunque Piccarreta, che è arrivato in procura intorno alle 9 e 30 ed è stato ascoltato verso le 11.00 appena terminata una riunione di coordinamento degli inquirenti, ha risposto alle domande e parlato di fatti e circostanze che gli investigatori hanno definito «molto interessanti». Lui dunque ha la sua versione: la modifica dell’orario di partenza del treno è posticcia, ma riporta comunque come orario di partenza le 10.59, orario in cui dice di aver fatto partire il treno, cosa su cui, ha ripetuto nel corso dell’interrogatorio durato molte ore, ha detto di «non avere dubbi: il treno è partito da Andria alle 10.59».

Il resto è una sorta di tempesta perfetta: due treni sono fermi in stazione e quindi, in automatico, lui ha dato il via libera ad entrambi, uno verso Barletta e l’altro per la direzione opposta, verso Corato. Quindi due treni fermi e per il capostazione di Andria è stato «automatico» dare il via libera, come ha ammesso anche ieri davanti ai pm, al treno ET1021 poi scontratosi con l’ET1016. In realtà – secondo le indagini – il convoglio fermo ad Andria e diretto verso Corato non doveva partire perché Piccarreta sapeva che da Corato era in arrivo un altro convoglio, che lui stesso stava aspettando in stazione. Piccarreta, quindi, dopo l’arrivo in ritardo di 23 minuti ad Andria del primo treno proveniente da Corato (l’ET 1642), avrebbe agito in base ad un automatismo e fatto partire i due treni alle 10.59. Attorno alle 11.07, un minuto circa dopo il disastro, risulta dai tabulati acquisiti dalla polizia, il capostazione di Andria ha chiamato il collega di Corato e lo ha avvertito di aver dato la partenza al treno. A quell’ora nessuno dei due capistazione sapeva che c’era stato il disastro ferroviario.

Tutto è accaduto in quei minuti e per questo la magistratura vuole capire cosa sia successo nel cronologico degli orari perché l’ora di partenza del treno di Andria (registrata attorno alle 11.05) è collocata temporalmente in maniera anomala perché non rispetta l’ordine cronologico crescente che parte dal mattino e va avanti nel corso della giornata. La partenza annotata attorno alle 11.05, sostiene chi ha visionato i registri, non si trova dopo quelle delle 11 e prima di quelle delle 11.30, ma è stata modificata a penna e posizionata molto prima. Un’annotazione ritenuta dunque sospetta perché potrebbe essere stata modificata in qualsiasi momento. Anche dopo il disastro.

Sulla ricostruzione di Piccarreta però il capostazione di Corato, Alessio Porcelli, l’altro indagato, sostiene cose diverse. Nega cioè che Piccarreta lo abbia avvisato di aver dato la partenza al convoglio ET1021 che si è poi scontrato con il treno ET1016 proveniente da Corato. Anzi secondo Porcelli – sempre secondo al ricostruzione del suo avvocato difensore – «Piccarreta sapeva che da Corato erano in arrivo due treni, uno dei quali, l’ET1642, era appena arrivato ad Andria». Intanto è sceso ancora, da 18 a 17, il numero dei feriti ricoverati negli ospedali pugliesi: ieri è stato dimesso un altro paziente da quello di Andria ed un altro paziente in prognosi riservata è stato trasferito alla “Fondazione Maugeri” di Cassano Murge. Nel Policlinico di Bari sono ricoverati ancora quattro feriti in condizioni gravi e in prognosi ancora riservata e a loro ha fatto visita ieri il ministro della Sanità, Beatrice Lorenzin.

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