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May: il via ai negoziati non prima di fine anno

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May: il via ai negoziati non prima di fine anno

  • –Alessandro Merli

francoforte

Il cancelliere tedesco, Angela Merkel, ha evitato di fare pressione sul muovo primo ministro inglese, Theresa May, perché avvii formalmente in tempi stretti il negoziato per l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea dopo il referendum del mese scorso. E la signora May ha confermato a Berlino, nel primo incontro fra i due capi di Governo dopo il voto su Brexit e il cambio alla guida dell’esecutivo britannico, che Londra non attiverà prima della fine dell’anno la procedura prevista dall’articolo 50 dei Trattati europei per far scattare il negoziato. Non lo faremo «finché i nostri obiettivi non sono chiari», ha detto, in una chiara ammissione che i sostenitori di Brexit non avevano un piano, prima del voto, per quello che sarebbe successo dopo. La signora Merkel le ha offerto comunque la disponibilità della Germania ad attendere, mostrandosi comprensiva del fatto che il nuovo Governo, appena insediato, «debba valutare gli interessi del Paese» e questo richieda tempo. Anche se, ha precisato, va evitata «un’incertezza troppo lunga».

Per il cancelliere «è nell’interesse di tutti che la Gran Bretagna si presenti al tavolo negoziale con una posizione ben definita». Ha peraltro ribadito che nessuna trattativa è possibile finché non sia attivato l’articolo 50 e che anche l’incontro di ieri a Berlino non poteva essere considerato neppure un negoziato preliminare. Il primo ministro britannico, che nella campagna referendaria era schierata per la permanenza del Regno Unito nella Ue, ma ha poi prevalso nella successione a David Cameron quando questi si è dimesso dopo il voto, ha confermato che «Brexit significa Brexit», ma ha anche sostenuto che Londra «non vuole allontanarsi dai suoi amici» .

La posizione di disponibilità del cancelliere, perfettamente in linea con quella enunciata dal presidente, Joachim Gauck, ieri in un’intervista al quotidiano “Bild”, secondo cui non bisogna adottare una linea dura con la Gran Bretagna, con la quale «sono più le cose che ci uniscono di quelle che ci dividono», non è peraltro condivisa da altri leader europei. E neppure, secondo un sondaggio pubblicato ieri dal sito della “Frankfurter Allgemeine Zeitung”, dai top manager delle imprese tedesche, che in maggioranza chiedono un linea dura nel negoziato e che vengano tolti a Londra tutti i vantaggi che oggi derivano dall’appartenenza alla Ue. La signora May ha tenuto peraltro a ribadire i legami economici fra i due Paesi ricordando che le imprese tedesche sono il secondo investitore in Gran Bretagna e molte imprese britanniche sono presenti in Germania e che Londra vuole avere «l’accordo giusto» sulla libertà di commerci con i Paesi dell’Unione europea, ma anche il controllo sui movimenti delle persone, due elementi che non sembrano del tutto compatibili fra loro in base alle regole europee.

L’incontro bilaterale alla Cancelleria di Berlino, con la conferenza stampa che lo ha preceduto, è servito in realtà più a una presa di conoscenza e una manifestazione di disponibilità reciproca che a una discussione di sostanza. In qualche momento è apparsa una certa sintonia fra le due, soprattutto quando Theresa May ha sostenuto che «siamo entrambe persone che vogliono portare avanti il proprio lavoro e che vogliono ottenere i migliori risultati per la gente del proprio Paese» e Angela Merkel ha prontamente aggiunto: “Esatto”. Nei giorni scorsi, dopo l’insediamento del nuovo primo ministro, la stampa britannica ha sottolineato alcuni elementi in comune fra le due donne, quasi coetanee, come il fatto di essere entrambe figlie di un pastore protestante, di essere dei politici pragmatici, ma all’occorrenza duri, di tendenze conservatrici.

Intanto, il Governo britannico ha annunciato di voler rinunciare ad assumere la presidenza di turno dell’Unione europea, che gli sarebbe spettata nel secondo semestre 2017. Il suo posto verrà preso dall’Estonia. Oggi, il primo ministro incontrerà il presidente francese François Hollande a Parigi.

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